Nel corso della 73esima edizione del Festival del Cinema di Berlino - in programma dal 16 al 26 febbraio - si è trovato un momento per parlare, oltre che dei titoli in gara, anche di ambiente. Sono emersi infatti, nella cornice dello European Films Market, i primi risultati del Protocollo Green a cura del Green Research Lab, ovvero un progetto di ricerca e sviluppo orientato verso la coesistenza più responsabile e scrupolosa tra audiovisivo e ambiente attraverso l’incentivo di strumenti e strategie che favoriscano la crescita della cultura della sostenibilità, anche in ambito cinematografico. 

Ciò è stato resto possibile grazie al disciplinare e alla certificazione Green Film, un progetto nato nel 2016 per volontà di Trentino Film Commission - area di Trentino Sviluppo Spa - impegnato nella realizzazione di produzioni ecosostenibili e che ora può fregiarsi di un riconoscimento internazionale grazie al sostegno intrecciato di Film Commission e dei fondi regionali, nazionali ed europei da parte di coloro che han preso parte all’iniziativa. 

Tale ricerca vuole porsi all’attenzione di tutte le industrie cinematografiche che intendono assumere un ruolo attivo e concreto nel garantire il proprio contributo per la lotta ai più recenti cambiamenti climatici.

I dati che attualmente è stato possibile estrapolare corrispondono alla comparazione tra quelli raccolti da parte di alcune produzioni con certificazione Green Film nel biennio 2021-2022 ed altri provenienti da alcune produzioni con metodologia lavorativa tradizionale. Da queste basi ne ricaviamo un riscontro che permette di valutare con attendibilità l’impatto ambientale ed economico dell’applicazione del disciplinare. 

Relativamente agli ambiti produttivi presi in esame, per ciò che concerne le emissioni con rischio di alterazione del clima, quelli che risultano ad impatto maggiore sono gli alloggi e i trasporti. Così, le azioni specifiche che riducono sensibilmente l’impatto sono: l’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili, con risparmio del 96% di emissione di CO2 rispetto all’utilizzo di energia proveniente da combustibili fossili; l’approvvigionamento di acqua dalla rete idrica, con un risparmio del 93% di emissioni di CO2 rispetto all’utilizzo di bottiglie di plastica usa e getta; l’eliminazione delle comunicazioni in formato cartaceo, con un risparmio di emissioni di CO2 del 75%. E ancora la raccolta differenziata dei rifiuti che favorisce un risparmio di emissioni di CO2 dell’85%.

Giovanni Scanu

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