L’attesissimo e più recente lungometraggio dello storico studio d’animazione Pixar Animation che ha dato vita a capolavori intramontabili capaci di rapire il cuore di intere generazioni - con successi come Toy Story, Monsters & Co e Alla ricerca di Nemo - porta il nome di “Elementals” e si impone già come uno dei titoli più interessanti di quest’anno.

Diretta da Peter Sohn, la pellicola chiuderà la 76esima edizione del Festival di Cannes e vanterà - come da tradizione per tutti i precedenti nomi della storica casa - una qualità tecnica ed estetica d’assoluta eccellenza, capace di rivaleggiare con giganti del cinema d’animazione come Dreamworks e Illumination. Al suo secondo progetto, il regista catapulterà i suoi spettatori nel vibrante mondo di Elemental City, dove conducono le proprie vite i quattro elementi naturali.

Fondando le nostre riflessioni su quanto appreso da informazioni pregresse, vediamo perciò di immaginare cosa potrebbe aspettarci arrivati in sala.

Come già accennato - in base a quanto visto nel trailer di presentazione uscito a novembre 2022 - tutto il film ruoterà attorno agli elementi fuoco, aria, acqua e terra che coabitano armonicamente in Elemental City. Rispetto alla verosimiglianza con le componenti fisiche e chimiche ciascun personaggio appare coerente al suo elemento d’appartenenza, pur non tradendo una spiccata dose di originalità. Aspetto interessante della questione è che ad ogni elemento viene associato un temperamento caratteriale specifico: gli esseri di fuoco sono animati dalla passione, quelli d’acqua dalla timidezza, quelli di terra dalla gentilezza e infine quelli d’aria - per così dire - da uno spirito sfuggevole e incostante. Sarà perciò interessante scoprire gli incastri relazionali e le sfumature del carattere che andranno ad arricchire ogni singolo personaggio. 

Dal primo teaser abbiamo anche un assaggio dell’incontro iniziale fra i due protagonisti: Ember e Wade. In un timido tentativo d’approccio - dopo che Wade raccoglie le cuffie di Ember da terra per restituirgliele - avviene proprio uno scambio di elementi, in cui l’acqua si mischia con il fuoco, due entità apparentemente opposte che qui si incontrano e scontrano al tempo stesso. La combinazione unica che ne scaturisce da questa apparente contraddittorietà sarà la scintilla per una, presumibile, storia d’amore. E dunque, insieme alle vibes sentimentali che avranno un ruolo centrale nel film, sarà interessante constatare quanto - attraverso il mezzo creativo ed immaginifico - si intenda favorire il tema della diversità, come quello dell’attrazione. 

Dal trailer ufficiale del 28 marzo abbiamo potuto scorgere moltissimi ulteriori elementi: oltre a un secondo esilarante incontro fra i personaggi principali è stato possibile osservare più nel dettaglio la caotica metropoli di Elemental City, dove ciascun abitante appartenente a un dato elemento trova posto in quartieri specifici. L’aspetto che più colpisce è l’estremo realismo con cui ognuno si adopera nelle proprie mansioni, restituendo un ideale di comunità viva e pulsante, con specifiche leggi, particolarità e limitazioni. Perciò, aldilà dell’aspetto strutturale che riguarda gli elementi naturali, andremo a scoprire i tratti culturali e le usanze della società cui fanno parte i protagonisti senza che esse risultino un mero contorno alla storia, ma anzi, arricchendo di ulteriori elementi il messaggio di fondo dell’opera. 

Sempre nel suddetto trailer emerge chiaro un particolare di forte rilevanza: i quattro elementi non possono combinarsi insieme sulla base del principio alchemico. Si tratta di un vero e proprio divieto che regola la vita dei singoli soggetti, ma di ciò non si conoscono ancora le ragioni specifiche anche se potremmo scommettere che proprio questo sarà il motore scaturente delle vicende. Si potrebbe addirittura supporre che proprio l’incontro tra Ember e Wade - pratica evidentemente non comune alla società cui appartengono -  susciterà uno stravolgimento tale da coinvolgere direttamente Elementary City. Nella concezione classica d’interazione degli elementi - secondo cui, in base all’alchimia, dal loro incontro ne scaturirebbe la vita stessa - si trova qui il suo esatto opposto, tanto da far pensare che, in questo specifico  immaginario, ogni elemento prenda vita in modo distinto.  

Con una simile complessità e ricchezza di spunti tematici, la direzione artistica ha richiesto uno sforzo non indifferente nella realizzazione di ogni singolo elemento con stili d’animazione diversi. La sfida è stata quella di far coesistere in modo equilibrato le vicende dei due protagonisti con mondo di Elementary City. Si dovrà sperare perciò che la pluralità di stili non rischi di scadere in un’accozzaglia disomogenea, col solo sfoggio di prodezze tecniche che mancherebbero nel contestualizzare in modo convincente le ragioni profonde delle scelte compiute. Ma per ora non esiste motivo di serbare riserve o scarso ottimismo; al contrario attendiamo fiduciosi l’uscita di questo ambizioso titolo, nella speranza che anch’esso possa collocarsi fra le pietre miliari dello studio. 

Giovanni Scanu

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