Tra le uscite più attese di questa prima metà dell’anno occupa un posto tutto speciale “Dune: Parte Due”, sequel cinematografico che porta avanti l’imponente visione del regista Denis Villeneuve nel far rivivere su schermo l’omonimo capolavoro della letteratura di fantascienza ideato da Frank Herbert. Uscito nelle sale alla fine dello scorso mese, il film con protagonista il giovane e talentoso Thimothée Chalamet vanta ancora una volta un cast stellare ad affiancarlo sulla scena ed una scenografia dalla potenza visiva mai vista prima, oltre all’immancabile colonna sonora composta per l’occasione dal genio di Hans Zimmer.

Al suo debutto negli Stati Uniti il titolo ha segnato un’apertura stupefacente, con 81,5 milioni di dollari incassati dalla distribuzione in 4.071 cinema e una media per sala di 20.000 dollari. Un risultato che surclassa di oltre il doppio l’esordio del predecessore avvenuto nel 2021, e la migliore apertura mai registrata da un film di Villeneuve in tutta la sua carriera. Stessa fortunata sorte sta riscuotendo il titolo nel nostro paese, con 3 milioni di euro incassati solo nel primo weekend e un guadagno complessivo che a livello globale si attesta, per il momento, oltre l’impressionante cifra di 187 milioni. E tra i fortunati che hanno già potuto apprezzare il film in sala, non poca curiosità hanno suscitato le scelte stilistiche compiute dal director durante le riprese e in fase di post-produzione. Tra quelle di maggior impatto, notiamo ad esempio l’utilizzo del bianco e nero per rappresentare il pianeta degli Harkonnen, spietata civiltà aliena che sfrutta le risorse del pianeta Arrakis per la produzione di una potente droga capace di aprire le porte dello spazio-tempo, meglio nota come “La Spezia”.

In un’intervista rilasciata a Moviefone, Villeneuve ha spiegato innanzitutto che l’ispirazione è derivata direttamente dall’opera originale e che la luce emanata dal sole riflette, in qualche modo, la psiche dei suoi personaggi: «L'idea è nata dal libro. Uno degli aspetti che amo del libro è l'idea che si tratta di uno studio dell'impatto dell'ecosistema sugli esseri umani. A partire dalla natura dell'ecosistema, l'uomo ha sviluppato le religioni, le tecniche e i metodi di sopravvivenza, tutta la sua cultura. Siamo il prodotto del nostro ambiente e quando vuoi sapere dei Fremen, basta guardare il deserto e ti dirà quello che vuoi sapere sui nativi».

Riguardo nello specifico al pianeta degli Harkonnen, ha continuato dicendo: «Mi piaceva questa idea e ho voluto provarci anch'io. Per Giedi Prime, il mondo natale di Harkonnen, c'erano meno informazioni nel libro ed è un mondo disconnesso dalla natura. È un mondo di plastica. Quindi, ho pensato che sarebbe stato interessante se la luce, la luce del sole, ci avesse dato qualche idea della loro psiche. E se invece di rivelare i colori, la luce del sole li uccidesse e creasse un mondo in bianco e nero molto inquietante, questo ci darebbe informazioni su come queste persone percepiscono la realtà, sul loro sistema politico, sui modi di questa cultura brutale e primitiva, e questo era nella sceneggiatura». Inoltre, il director ha aggiunto che anche per la direzione della fotografia l’idea è servita a fornire ulteriore ispirazione: «Volevo un bianco e nero che sembrasse alieno e proveniente da un altro mondo, una luce solare che non abbiamo mai visto al cinema. (Il direttore della fotografia) Greig (Fraser) ha proposto l'idea degli infrarossi, che mi è piaciuta moltissimo, e abbiamo girato il film in questo modo. L'unica cosa è che quando si filma in questo modo, non c'è modo di tornare indietro. Gli ho detto: devi sapere bene quello che fai, perché non ci sarà modo di tornare indietro. Quindi, non possiamo mettere il colore dopo che avremo finito».

E sebbene ancora freschi di debutto, cominciano già a circolare notizie sulla realizzazione del prossimo “Dune: Parte Tre”. Sempre nel corso dell’intervista, Il director ha confermato la volontà di assegnare un peso ancor più decisivo al personaggio della principessa Irulan Corrino interpretata da Florence Pugh, affermando che sarà «uno dei più importanti dell'intera saga». «Naturalmente, se ci sarà un Messia di Dune, come abbiamo in programma, lei diventerà uno dei personaggi di spicco dell'intera saga. Sto facendo un po' quello che ho fatto con Zendaya nel primo film. Ho introdotto Chani in Dune e poi è diventata uno dei personaggi principali nella Parte Due. Farò lo stesso con Florence, l'ho appena introdotta nella Parte Due e se ci sarà un Messia di Dune, diventerà uno dei personaggi principali».

© Riproduzione riservata