Ripartono in grande stile le serate gourmet di “Notti Stellate”.

L’attesissimo ospite che arriva questa sera a Cagliari è Carlo Cracco, un nome che non ha bisogno di presentazioni.

L’icona mondiale dell’alta cucina italiana sarà protagonista alle 20 di un’esclusiva cena a quattro mani presso “L’Osteria del Forte” a Palazzo Doglio.

Cracco, in collaborazione con Alessandro Cocco, giovane chef cresciuto al Forte Village con maestri come Gordon Ramsay e Heinz Beck, condividerà il suo stile inconfondibile proponendo un menù che intreccia alcuni dei suoi piatti signature con i profumi e i sapori dei prodotti di stagione e a chilometro zero che caratterizzano l’offerta culinaria della brigata di cucina del nuovo locale nel cuore del capoluogo.

Stasera sarà a Cagliari. I suoi estimatori sardi cosa si devono aspettare?

“Sarà una serata in cui uniremo due coste della Sardegna e della Liguria. Infatti sarò in compagnia dello chef del nostro ristorante di Portofino, Mattia Pecis, con il quale creeremo un collegamento culinario tra due luoghi iconici di queste due meravigliose Regioni, Cagliari - capitale stupenda con la spiaggia del Poetto che affascina per la sua bellezza e per il suo mare di città -, e Portofino, uno dei borghi più celebrati al mondo, meta di un turismo d’elite che ama l’alta cucina quanto i cibi genuini e della tradizione. E’ un piacere tornare in Sardegna”.

Nel suo Dinner Club che Sardegna troverà il telespettatore?

“Una Sardegna un po’ inedita, diversa da quella che si conosce per i soliti stereotipi, ma un’Isola ricca di posti meravigliosi, tradizioni, personaggi che sono ancora poco noti al grande pubblico, come vuole il filo conduttore di Dinner Club. Cerchiamo di raccontare quella Sardegna ancora da scoprire con gli anziani, i pastori nel Supramonte, Tortolì con i suoi prodotti sopraffini e l’eccellente bottarga, le sorelle Mulas e tante perle che sono nascoste al turismo convenzionale ma che lasciano senza fiato per l’emozione che riescono a destare nel viaggiatore più esigente”.

Perché ha scelto Diego Abatantuono per l’avventura in terra sarda?

“Perché lui ha un forte legame con la Sardegna che frequenta da tantissimi anni e ha scelto di seguirmi in questa avventura proprio per scoprire l’Isola in chiave Dinner Club. Alla fine del viaggio Diego mi ha ringraziato perché sapeva che avrebbe conosciuto aspetti inediti della terra sarda ma quello che ha vissuto nei giorni di lavorazione della serie sono andati oltre alle sue aspettative”.

Le trasmissioni dedicate alla cucina e ai sapori aiutano a promuovere la cultura del buon cibo?

“Con Dinner Club ho dato una prima dimensione di quello che io vorrei proporre nel piccolo schermo quando si parla di cucina. Nel solco del turismo esperienziale, credo che la ricerca, il viaggio, la scoperta, unendo cibo, cultura, territorio, ambiente e paesaggi siano gli ingredienti per realizzare qualcosa che coinvolga il pubblico e promuova l’eccellenza italiana nel comparto agroalimentare ed enogastronomico. Il debutto del format Dinner Club è sicuramente riuscito a centrare l’obiettivo e a testimoniarlo è l’affetto e l’attenzione dei telespettatori che arrivano nei nostri locali”.

Lei è un grande chef amato dal pubblico, ci può essere nel suo futuro un impegno politico?

"No”.

Qual è il segreto per conquistare le stelle Michelin?

“Il lavoro e la qualità, la qualità e il lavoro. Non è che poi siano dei segreti così reconditi, ma sono sicuro che alla fine lavoro e qualità pagano sempre. Quando tu riesci sempre ad esprimerti attraverso il tuo lavoro e a proporre qualità non sbagli mai. Magari ci vuole tempo e un po’ di pazienza ma alla fine ci si arriva”.

Covid: come sono andate le cose per la sua attività?

“Come sono andate le cose è sotto gli occhi di tutti e non sono il solo a dirlo. Credo che sia un dato generale: è stata una catastrofe. Ora però guardiamo al futuro e alle prospettive abbastanza ottimistiche che ci attendono. Cerchiamo di cogliere queste nuove opportunità che arrivano da un quadro sanitario finalmente molto più rassicurante per adeguarci alle nuove sfide e diventare sempre più bravi”.

Nuove prospettive?

"A Milano ho chiuso Carlo e Camilla, ma ho aperto Carlo al Naviglio che lo ha sostituito. E’ un posto stupendo, siamo sul Naviglio davanti al corso in una vecchia villa. Abbiamo raddoppiato gli spazi, per cui il locale è ancora più grande, più bello, con giardino e dehors, un posto fantastico e spero possa essere apprezzato dai milanesi e dai turisti. Per ora mi sta dando grandi soddisfazioni ma siamo solo all’inizio”.

Il piatto della cucina sarda che preferisce?

“I culurgiones delle sorelle Mulas”

L.P.

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