La prossima edizione del Festival di Berlino, attesa per l’inizio del nuovo anno dal 15 al 25 febbraio, suscita già una certa attrattiva considerando - prima ancora dei titoli che gareggeranno in concorso - le star coinvolte per l’occasione. A coordinare in qualità di presidente la giuria che valuterà la selezione di proposte cinematografiche ci sarà Lupita Nyong’o, attrice messicana con cittadinanza keniota che ha visto crescere la sua carriera a partire dalla vittoria agli Oscar con “12 anni schiavo” nel 2013, per la categoria di miglior attrice non protagonista.

Vantando un primato senza precedenti come prima attrice keniota nella storia a ricevere l’ambita statuetta e come seconda attrice africana - insieme a Charlize Theron - a vantare lo stesso riconoscimento, la Nyong’o è poi apparsa in moltissime altre pellicole hollywoodiane passando dal genere horror con “Noi” ai cinecomics con la saga di “Black Panther”, fino alla collaborazione nello storico franchise fantascientifico di “Star Wars” per i capitoli dell’ultima trilogia.

Considerata - fra le altre cose - “la donna più bella del mondo” nel 2014 secondo la rivista People, e apparsa l’anno successivo anche nei palcoscenici di Broadway col dramma “Eclipsed” - ricevendo una candidatura al Tony Award per la migliore interpretazione in un’opera teatrale - la Nyong’o ha anche debuttato in qualità di regista col documentario “In my genes”, uscito nel 2009.

Per l’occasione che la vedrà a capo del team di esperti nel corso della Berlinale, i direttori Mariëtte Rissenbeek e Carlo Chatrian han voluto condividere il seguente messaggio: «Lupita Nyong'o incarna ciò che ci piace del cinema: versatilità nell'abbracciare progetti diversi, rivolgersi a pubblici diversi e coerenza con un'idea che è abbastanza riconoscibile nei suoi personaggi, per quanto diversi possano sembrare. Siamo felici e orgogliosi che abbia accettato il nostro invito a presiedere la giuria della 74esima Berlinale».

E l’attrice non ha mancato di commentare prontamente con le dovute considerazioni: «Sono profondamente onorata di svolgere il compito di presidente della giuria internazionale del Festival internazionale del cinema di Berlino. Non vedo l'ora di celebrare e riconoscere l'eccezionale lavoro dei registi di tutto il mondo».

Attualmente impegnata nel realizzare un podcast incentrato sul fenomeno della diaspora africana, e in una nuova serie ispirata ad “Americanah” di Chimamanda Ngozi Adichie, la Nyong’o si è impegnata di recente anche in qualità di produttrice esecutiva per il film sudanese “Goodbye Julia” del regista esordiente Mohamed Kordofani.

Otre alla sua invidiabile versatilità, la Nyong’o continua ad essere ricordata - specie fra il pubblico più mainstream - per il ruolo della guerriera Nakia nei già citati film della Marvel di “Black Panther”. A tal proposito, non si può fa a meno di ricordare il rapporto che l’ha legata sul set all’amico e collega Chadwick Boseman, diventato celebre con il ruolo del supereroe T’Challa/Black Panther e tristemente mancato nel 2020, per il quale l’attrice ha voluto condividere lo scorso agosto sul suo profilo Instagram un toccante omaggio a tre anni dalla sua prematura scomparsa: «Tre anni fa ho provato un dolore singolare alla notizia della morte di Chadwick Boseman. La confusione era così profonda che ci sono voluti mesi per fidarsi di nuovo del sentimento della gioia. La morte è difficile da comprendere, forse ancora più difficile da accettare. Ma l'amore generato dalla vita che ha vissuto alimenterà ogni anniversario che segnerà la sua assenza».

Giovanni Scanu

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