Il ballerino ucraino filorusso Serghei Polunin con il tatuaggio di Putin sul petto non ballerà al Teatro Arcimboldi di Milano.

Lo spettacolo “Rasputin” dell’étoile dell’est era in programma per il 28 e il 29 Gennaio ma, dopo una feroce campagna di proteste online, le date sono state cancellate. «In questa storia non c'è niente di bello. La questione vera è la censura ideologica», si sfoga così Gianmario Longoni, il direttore del teatro. Il ballerino, è uno dei migliori danzatori al mondo, ma anche un personaggio controverso. Così putiniano da essersi tatuato il presidente russo sul corpo, capace di affermazioni omofobe e sessiste che hanno acceso lo scandalo in più occasioni.

Longoni aveva confermato lo spettacolo nonostante le proteste, dopo che dal dicembre 2019 era stato rimandato cinque volte a causa della pandemia e degli infortuni dell'artista. Poi però si è reso conto che «non ci sono le condizioni minime» per andare in scena. «Il clima è avvelenato - spiega - e non si può andare al balletto in un clima avvelenato». Anche se probabilmente non tutti i 3.500 spettatori, ai quali verrà rimborsato il costo del biglietto, sono d'accordo.

«Io non penso che si debba impedire a un artista di esibirsi perché la pensa diversamente da noi, ma nella storia è già successo: Fo non poteva esibirsi negli Stati Uniti perché era comunista – ricorda Longoni –. E nemmeno a Rudolf Nureyev e Michail Barisnykov era permesso danzare in Unione Sovietica. E noi europei disprezzavamo questo atteggiamento, fino ad ora.»

La situazione ricorda quella di Valery Gergiev, il direttore d'orchestra grande amico di Putin che è stato “licenziato” dai teatri occidentali, e quella della pianista ucraina Valentina Lisitsa – che a Mariupol ha suonato per i russi – alla quale è stato cancellato il concerto qualche giorno fa alla Fenice di Venezia.

(Unioneonline/v.f.)

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