Un naufragio, la più terribile esperienza per chi lascia la propria terra in cerca di un futuro migliore vista con gli occhi del mare, della barca in legno che trasporta 119 anime, e infine di una donna chiamata a compiere la scelta più dura per una madre. Una straordinaria Anna Foglietta ha tenuto ieri sera incollato alle sedie il pubblico che ha assistito a  Nora al monologo “Una guerra”, di Michele Santeramo, emozionante pièce inserita nel cartellone della 42^edizione de La Notte dei Poeti targata Cedac. Accompagnata dalle note del violoncello di Francesco Mariozzi, autore delle musiche dello spettacolo, Anna Foglietta ha raccontato il dramma di una donna in fuga, costretta dalle circostanze a decidere quale dei suoi due figli salvare, mentre cerca disperatamente di restare a galla aggrappata a un pezzo di legno.

Una storia che scandaglia l’animo umano, che tormenta la coscienza di una donna che ha messo su una barca i suoi figli e ha sperato di portarli con sé oltre il mare, lasciandosi alle spalle un paese in macerie. Ma non è solo il cuore di una madre a parlare, anche  la barca “di legno non trattato” vuole dire la sua, accusa il mare per averla ingannata, per quelle carezze mai date e per quelle sferzate ai fianchi che l’hanno sempre fatta sussultare; ma ce l’ha anche con gli uomini che trasporta, non più 119 perché uno è finito tra le onde, perché hanno acceso un fuoco che ha danneggiato il suo legno non trattato. Poi come accade alle persone, anche la barca annega, ed emette un rantolo proprio come fanno le balene. Anna Foglietta poi è il mare, a cui non importa se a morire siano in 119, in 10 o nessuno: al mare non importa il destino degli uomini.

Parla con voce nostalgica, il mare, che non ha corpo, anima, inizio, fine, vita e morte: ricorda quando con la terra era un tutt’uno, la più dolce delle unioni. La voce narrante ora è la madre, che aspetta l’alba sperando nel miracolo, e poi attende il buio della notte per nascondere al mondo quello che da ore ha in mente di fare. Affida al mare il più piccolo dei suoi figli, lui che in questo mondo non era forte abbastanza per poter sopravvivere, e resta aggrappata al tronco con il primogenito, dando a entrambi una speranza e un senso a quel sacrificio. 

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