Il regno delle danze più scatenate non c'è più. Chi ricordava il Billionaire come tempio inviolabile tra le discoteche più gettonate delle capitali mondiali del divertimento, dove si sono avvicendati dj di fama planetaria come Bob Sinclair e altri mostri sacri della consolle amati dal pubblico di ogni dove, si ritrova in un elegantissimo club a terrazze.

Al primo piano la sala concerti, ancora più su il ristorante Assunta Madre del mago del cibo made in Italy Franco Bloisi e alla fine si arriva al Crazy Pizza.

Tavoli sold out ieri per il concerto del "Cantante di Montecarlo", Alessandro Ristori, e la band I Portofinos.

Un’ora e mezzo di musica in due set che esalta il pubblico di svariate nazioni presente in sala.

Ci sono arabi, russi, inglesi, tedeschi e tanti italiani che, dal proprio posto, si godono una scaletta internazionale, in cui la musica tricolore che ha fatto sognare il mondo viene riletta da Ristori in uno show coinvolgente dal cantante faentino.

Stasera si replica, stesso orario, dalle 21.30 per chiudere in bellezza una stagione di musica e spettacolo coordinata dalla manager Laura Cadeddu, responsabile dell'organizzazione igienico-sanitaria e del rispetto della normativa antiCovid, che ha rivoluzionato l'offerta di eventi live della Costa Smeralda.

Prima del live abbiamo incontrato Alessandro Ristori.

Si ricorda il suo primo concerto?

"Ho la fortuna di fare questo mestiere da quando ero un bambino di 5 anni. Diciamo che forse la festa di Natale del 1984 è stata la mia prima esibizione, era il 22 dicembre. Grazie alla mia maestra, che era un'artista a tutto tondo, mi sono avvicinato alla musica, alla recitazione e a tutte le arti dello spettacolo fin da piccolissimo. Forse per questo approccio ho capito che quella sarebbe stata la mia strada".

Un talento precocissimo nato da una famiglia di musicisti probabilmente?

"Sicuramente mio padre, che quando era giovane è stato un Teddy Boy del rock and roll e a quella musica mi ha iniziato fin da quando ero nella culla. Appena nato ascoltavo il repertorio degli americani e degli italiani, da Bill Haley, a Little Richards fino a Elvis Presley, Celentano e il primo Giorgio Gaber. Poi sono arrivati i vari Dean Martin, Tom Jones e gli altri ma in un secondo momento. Da bambino vedevo mio padre così e volevo imitarlo".

Lei ha cantato per il matrimonio di Charlotte Casiraghi. Come è arrivato questo invito?

"Ho iniziato a lavorare a Montecarlo nel 2015 al Bar Americain dell'Hotel de Paris che è un luogo storico per la musica dal vivo, cento anni di concerti tutti i giorni dove si sono alternati mostri sacri come Frank Sinatra, Sammy Davis Jr. e tanti altri, tutti abitué di quel posto meraviglioso. Esaltato da quell'ambiente storico, magico e ricco di aneddoti e storie, ho voluto ricreare quell'atmosfera che ammaliava il pubblico regalando gioia, emozioni e tanta felicità. Mi ha ascoltato una sera il Principe Alberto, che si ritrovava lì con ospiti istituzionali, ed è diventato da quel giorno un mio fan. Ho lavorato per lui in diverse occasioni e dopo il Ballo della Rosa, grazie anche al sostegno di Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi, è arrivata questa occasione che mi ha proiettato in tutto il mondo con ricadute davvero inimmaginabili".

Il Billionaire è uno dei luoghi di maggiore fascino a livello internazionale. Che emozioni le dà questo pubblico così variegato e cosmopolita?

"È un posto prestigioso e quest'anno ha assunto una veste eccezionale: il fatto di averlo trasformato in una concert hall è stata la chiave di volta che gli ha conferito una grande qualità artistica e spero che questa caratteristica possa sopravvivere anche quando i club riapriranno tornando a riproporsi come discoteche dell'epoca pre-Covid. Avere un locale dove si possa mangiare e bere con una candela sul tavolo e con la musica proposta da un grande palco con la band e gli strumenti dal vivo quale ingrediente principale ricrea quelle atmosfere che mi ricordano Las Vegas, sarebbe un salto di qualità importante per il pubblico, per gli artisti e i lavoratori dello spettacolo che in queste due stagioni hanno sofferto tanto a causa della pandemia".

A quando risale il suo incontro con Flavio Briatore?

"Dopo averlo conosciuto posso dire che lui ha una visione del mondo della notte che anticipa i tempi, è sempre stato un precursore e questa nuova veste del Billionaire darà grande visibilità a tutto il mondo della musica e per questo lo ringrazio. Abbiamo iniziato a lavorare insieme nell'inverno del 2018. Feci un concerto per la collezione Billionaire by Philipp Plein che fu realizzato in un night club milanese ricreando le atmosfere anni '70. Lui era presente con Francesco Menegazzo, suo storico braccio destro e mio fan, e fu entusiasta. Il giorno dopo mi chiamò per scritturarmi in alcuni appuntamenti a cui teneva tanto e che dovevano riprodurre quel sound del secondo dopoguerra caratterizzato da ritmo, allegria e struggente melodia. Mi liberai da altre proposte lavorative per investire in questa collaborazione che a distanza di quasi tre anni si sta rivelando molto proficua. Io ho molta stima di lui come organizzatore geniale e visionario e penso che questo sentimento sia ricambiato".

Per il futuro ci sono più progetti da interprete o da cantautore?

"Entrambi. Io mi descrivo sempre come un 'portatore sano di Novecento'. Parto dall'assunto che io devo fare questo mio repertorio perché se non lo propongo la gente non sorride e io non sorrido loro. Non ho inventato un progetto, ho portato la mia vita su quello che è un gradino più alto del normale, il palcoscenico. Credo che il divertimento che sto portando in tournée sia abbastanza unico. Non voglio dire con questo che sono il più bravo di tutti ma semplicemente che sono il più vero, quello che faccio è la mia vita fin da quando sono nato. Il Novecento è forse il secolo più importante, con gli usi e i costumi che il cinema e la tv ci hanno insegnato, con la moda, la musica e tutta una modalità di fare spettacolo con movenze ammiccamenti, corteggiamento, comicità che ci arriva da un periodo straordinario. Grazie anche al boom economico e al risollevarsi dalle guerre o dalle grandi crisi, potendolo raccontare con le immagini, questo secolo ha rivoluzionato il concetto di divertimento e spero di poter esserne un testimonial fino a quando sarò vecchio".

L.P.

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