Nel paradiso dei percorsi religiosi c'è anche lui, San Giacomo, per tutti i sardi meglio noto come Santu Jacu. Protettore dell'omonimo cammino che per oltre 1.600 chilometri si snoda dal nord al sud dell'Isola in 56 tappe.

Il tracciato attuale forse non ha paragoni per la varietà di attrazioni naturali, storiche e architettoniche che comprende. Inclusi siti preistorici e archeologici, foreste e parchi, aree vulcaniche, alcune zone minerarie e basiliche del romanico. Un'unicità che gli è valso l'entrata nella lista ristretta della rete dei cammini di Santiago in Europa.

Itinerario

Si tratta di un itinerario adatto a tutti: percorribile a piedi, in bici e persino a cavallo. Attraverso i territori di un centinaio di Comuni si spinge da Cagliari a Porto Torres, senza però negarsi qualche diramazione importante a ovest (da Bolotana a Oristano), a sud nel Sulcis e a est (da Olbia a Orosei). Un lungo e affascinante itinerario per fedeli o semplici appassionati che potranno usufruire dell'ospitalità di parrocchie, Comuni e privati ma anche alberghi e b&b convenzionati con l'associazione “Amici di Santu Jacu” che ha sede a Mandas e aiuta i camminatori nel trovare ovunque vitto e alloggio.

In marcia

La spina dorsale del tracciato collega appunto Cagliari a Porto Torres. Un lungo sentiero di 470 chilometri suddiviso in 21 tappe da percorrere tutto l'anno e adatto agli escursionisti anche alle prime armi.

Tra i tanti punti di partenza potremmo però scegliere Olbia, attorno alla quale si possono ancora ammirare i resti romani che affiorano nei pressi della chiesa di Nostra Signora di Cabu Abbas, come le poche arcate dell'acquedotto e in cima al monte omonimo quelli del castello nuragico.

Lasciando Olbia e passando per Azzanì la prima tappa del nostro itinerario è rappresentata da Padru centro di 2.000 abitanti diventato autonomo nel 1996. Per i più temerari è imperdibile una visita tra i rilievi di granito che circondano l'abitato e che offrono spettacolari panorami a quasi mille metri di altezza. Paradiso ad alta quota dove incrociare i resti di un santuario dedicato proprio a Santu Jacu.

Baronie

Una volta arrivati a Torpé si prosegue verso Posada il cui abitato è ben visibile anche da lontano per effetto dei ruderi del castello della Fava. Ci si arriva superata la parrocchiale di Sant'Antonio abate che risale al 1324 anche se ricostruita nel Seicento. Oltre le mura esterne si può ammirare la restaurata torre in pietra calcarea alta venti metri. Dalla terrazza si può ammirare il vasto panorama su tutta la vallata e il Monte Albo sino a Torpè a occidente e la costa con La Caletta e Santa Lucia di Siniscola a est. Esiste però un percorso che dal centro di Siniscola porta alle rovine della chiesa di Santu Jacu Ezzu nel monte da cui ci si può dirigere verso le fonti di S'Unnichedda e la chiesa campestre di San Pietro.

Vista mare

Proseguendo verso il mare attraverso la statale 125 si arriva alle spiagge di Cala Liberotto a 17 chilometri da Orosei. Proprio al centro del paese i giardini di piazza del Popolo sono dominati dalla chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, patrono del paese e forse tra le più belle dell'Isola. Fu costruita in un lungo periodo tra il Seicento e il Settecento e uno degli elementi più caratterizzanti è la sua facciata sul lato destro del monumento. All'interno a tre navate non mancano raffinati stucchi dorati e numerose statue in legno.
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