«In Italia, data la sorveglianza sulle reti idriche, è difficile che quella che viene erogata subisca contaminazioni pericolose, ma in alcune situazioni meglio essere prudenti», interviene Maurizio Porcu, cardiologo, a capo del gruppo internistico del Mater Olbia. «Farei attenzione all’ingestione di cibi a rischio contaminazione, come i molluschi. Qualche giorno fa è scattato l’allarme in Sardegna per un sospetto caso di colera: sono situazioni sporadiche, ma può capitare che ci siano infezioni anche localizzate da salmonella con cozze e frutti mare».

Altro elemento da non sottovalutare è il sole. «Ancora c’è enorme disattenzione verso il danno solare cutaneo, per cui non è mai fiato sprecato consigliare di esporsi gradualmente proteggendosi inizialmente con creme ad alto fattore, a maggior ragione nei casi di pelle chiara e alle latitudini dove il sole picchia di più», prosegue Porcu, arrivato a Olbia 2 anni fa dal Brotzu di Cagliari, dove dirigeva Cardiologia. «Se la meta è esotica meglio consultare i siti delle organizzazioni sanitarie internazionali, fermo restando la buona norma dell’uso di zanzariere e repellenti per evitare le punture di insetti».

All’estero è un’altra cosa. «Sono circa un miliardo le persone che ogni anno viaggiano per il mondo, e in 36 ore è possibile fare il giro del globo, dati che richiamano maggiore attenzione per la salute del viaggiatore e per la salute pubblica», esordisce Claudia Zuncheddu, medico specialista in Malattie tropicali e grande viaggiatrice. «Nei viaggi internazionali i rischi per la salute sono condizionati da età e stato di salute del viaggiatore e dalla destinazione, come da sbalzi di altitudine, umidità e temperature. Sedi remote, con servizi sanitari inesistenti, condizioni igieniche inadeguate, assenza o dubbia potabilità dell’acqua, impongono regole precauzionali rigorose: facile contrarre malattie per l’esposizione ad agenti infettivi, insetti, roditori e cibo contaminato. La diarrea del viaggiatore è tra le più comuni: i cibi devono essere ben cotti, l’acqua in bottiglie ben sigillate, e, nel dubbio, andrebbe bollita, filtrata, trattata con disinfettanti», dice la professionista cagliaritana. «La malaria è una malattia grave, che richiede comportamenti adeguati, dall’uso di vestiti di colore chiaro, che coprano gran parte del corpo, a insetto-repellenti e zanzariere, ma esistono farmaci efficaci nella prevenzione e nel trattamento».

Le precauzioni non sono mai troppe. «Il consulto medico è necessario per le terapie abituali e per i farmaci da portare in viaggio, nel bagaglio a mano: un analgesico, antidiarroici, disinfettanti per l’acqua, un antisettico per le ferite, un repellente per insetti, trattamento per le punture d’insetto, un collirio idratante e sali per la reidratazione orale, nonché un kit di pronto soccorso, cerotti, bende, forbici e spille da balia. L’idratazione con acqua e succhi, poi, è indispensabile per tutti già in aereo: per i più fragili, come neonati e bambini piccoli, la disidratazione è un rischio elevato».

Idem per gli anziani. «Per i quali, anche se in buone condizioni di salute, si consiglia un consulto medico prima di pianificare un viaggio lungo. Quanto alla gravidanza, se la salute della donna è buona non ci sono controindicazioni, ad esclusione delle alte quote, anche se esistono restrizioni in materia di vaccinazioni, profilassi e somministrazione di altri farmaci». In soldoni «si viaggia con il certificato delle vaccinazioni e l’attestazione del medico curante su allergie, gruppo sanguigno e per i fabici la carenza dell’enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD). Comunque», chiude la dottoressa Zuncheddu, «l’unica vaccinazione obbligatoria prevista dal Regolamento Sanitario Internazionale è contro la febbre gialla. E per gli aggiornamenti c’è il sito dell’OMS».

Ilenia Giagnoni

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