“Microbioma orale: studio longitudinale nella popolazione antica e recente della comunità Ogliastrina e della Barbagia di Seulo”: è questo il nome del progetto guidato dal professor Germano Orrù, direttore del Laboratorio di Biologia molecolare dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, con la partecipazione della Fondazione per la Tutela dell’identità Ogliastrina e della Barbagia di Seulo e della Fondazione ITS Blue Zone (sono state coinvolte l’AOU di Cagliari e il Dipartimento di scienze chirurgiche dell’Università di Cagliari. Il professor Orrù ha illustrato il progetto durante una puntata di “15 minuti con…”, la rubrica di approfondimento sulla salute dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, in collaborazione con il gruppo Unione Sarda, condotto condotta dal giornalista Fabrizio Meloni, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne dell’Aou.

«Lo scopo dello studio», spiega il professor Orrù, «è analizzare il microbioma orale presente nella popolazione di anziani, centenari e ultracentenari ogliastrini (il microbioma rappresenta un tessuto microbico presente nel nostro corpo; ad esempio nel cavo orale è rappresentato da 10 miliardi di batteri divisi in 800 specie diverse). Nello specifico, l’obiettivo principale del lavoro è esaminare il microbioma e la composizione delle popolazioni microbiche per individuare i ceppi batterici peculiari che potrebbero essere correlati con la longevità e con lo stato di salute».

«L’Ogliastra», sottolinea il medico «è un’area molto particolare della Sardegna perché rientra in una delle poche “Blue Zone” individuate in tutto il mondo, ovvero quelle aree geografiche in cui si ritrovano popolazioni eccezionalmente longeve, o anziane, che conservano uno stato di salute oltre la media. Negli ultimi anni queste regioni hanno attirato l’attenzione dei ricercatori, interessati a individuare i fattori associati alla longevità e nella speranza di trasferire queste informazioni a tutta la popolazione, sviluppando strategie di intervento per promuovere la salute su un’ampia scala».

«Vi sono pochi studi sulla salute orale dei centenari», prosegue Orrù, «e proprio per questo è nostro interesse indagare e caratterizzare il microbioma orale con un campione importante e rappresentativo come quello dei nostri centenari ogliastrini. La popolazione anziana sarda è interessante per l’alta prevalenza di centenari rispetto ad altri paesi europei (16,6 per 100.000 abitanti rispetto a 10 ogni 100.000), a causa dell’isolamento genetico e del tasso di immigrazione nullo, nonché per le abitudini di vita che sono rimaste pressoché costanti negli anni, e in particolare in alcune regioni come l’Ogliastra, dove sono ancora forti tradizioni culturali e antropologiche che la rendono l’ambiente ideale per questo tipo di ricerche».

«Un aspetto che non è mai stato considerato nello studio dei centenari, ma che il nostro gruppo di ricerca ha già affrontato», aggiunge Orrù, «è l’evoluzione della popolazione batterica del cavo orale ad oggi rispetto a quella della popolazione antica. Confrontando campioni di calcoli dentali provenienti dall’ossario di Villaputzu (risalenti ai primi dell’800), con campioni provenienti da individui della stessa area geografica attuale, è emerso un notevole aumento di specie batteriche correlate con malattie croniche. Questa ricerca è resa possibile perché il nostro laboratorio ha messo a punto una metodica altamente efficiente per estrarre il DNA dal calcolo dentale: una placca calcificata in situ durante la vita dell’ospite che incorpora il DNA umano e microbico, alimenti e altri materiali preservandoli da alterazioni tafonomiche e ambientali e mantenendoli intatti per millenni. In tale contesto, gli esami morfologici e l’analisi genomica del calcolo possono rivelare come la composizione microbica, la dieta e la salute orale nelle popolazioni storiche differiscano da quelle dei nostri contemporanei, così come in anziani viventi in zone industriali o in Blue Zone».

Luca Mirarchi

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