Succede soltanto in un caso su oltre 500, ma anche gli uomini possono ammalarsi di cancro al seno (solo per avere un’idea, si consideri che la malattia colpisce una donna su otto). Nel 2020 in Italia a circa 500 uomini è stato diagnosticato un carcinoma della mammella. L’incidenza negli ultimi anni è in aumento e interessa sempre più spesso uomini con meno di 45 anni. "La mammella è una ghiandola presente non solo nella donna, ma anche negli uomini. Nelle prime fasi di vita, la quantità di tessuto mammario nelle femmine e nei maschi è più o meno la stessa. Con la pubertà la situazione cambia: gli ormoni femminili prodotti dalle ovaie (estrogeni) ingrandiscono la ghiandola nelle donne, mentre quelli maschili (testosterone) tengono sotto controllo la crescita della stessa negli uomini. La scarsità di tessuto mammario sommata alla poca esposizione agli estrogeni comporta una minore diffusione del tumore al seno nell’uomo", spiega Daniele Farci, responsabile di Oncologia della Nuova casa di cura di Decimomannu e coordinatore regionale Aiom.

Fattori di rischio

Come per il carcinoma mammario femminile, i fattori di rischio sono diversi: "Si tratta di condizioni di alterato metabolismo ormonale con uno sbilanciamento del rapporto fra estrogeni e progesterone, che può sopravvenire a seguito di patologie del testicolo, sindrome di Klinefelter, cirrosi epatica e obesità», spiega l’esperto. E aggiunge: "Nel 30% dei casi, questi pazienti hanno un’anamnesi familiare positiva per carcinoma mammario, ma è rilevante che nel 4-16% presentino una mutazione del gene BRCA2. È sempre opportuna una consulenza genetica".

Diagnosi

Sebbene i sintomi e i segni possano essere precoci, la diagnosi è quasi sempre tardiva a causa di una sottovalutazione del problema da parte dei pazienti, spesso inconsapevoli del fatto che il cancro alla mammella possa colpire anche loro. "Il problema principale è che spesso i sintomi sono sottovalutati e trascurati per lunghi periodi, pur essendo più facile scoprire un tumore in fase precoce perché nella mammella maschile anche le minime irregolarità di struttura del tessuto mammario (cioè i noduli veri e propri) possono essere identificati semplicemente con l’autopalpazione. Il tumore si presenta frequentemente come un nodulo indolore dietro l’areola del capezzolo, ma può anche comparire una retrazione del capezzolo o una sua ulcerazione sanguinante. Bisogna essere attenti anche a un eventuale ingrossamento dei linfonodi dell’ascella", spiega ancora Farci.

La chirurgia

La mammella maschile è molto piccola e il tumore interessa quasi sempre la parte centrale, per cui l’intervento chirurgico d’elezione è rappresentato dalla mastectomia totale, in cui si asporta completamente la ghiandola mammaria, con la cute soprastante ed il complesso areolacapezzolo. Tale intervento, analogamente a quanto avviene nelle donne, è accompagnato dalla biopsia del linfonodo sentinella ed eventualmente dall’asportazione dei linfonodi ascellari. Recentemente è stato proposto il ricorso alla chemioterapia pre-operatoria anche negli uomini, in modo da poter consentire una chirurgia conservativa, con un minor danno estetico.

Terapia medica

Tenuto conto della rarità del carcinoma mammario maschile, non ci sono stati finora studi specifici, per questo motivo gli esperti si attengono alle linee terapeutiche consolidate e studiate nel sesso femminile."I dati recenti suggeriscono, tuttavia, che le caratteristiche biologiche del tumore maschile si discostino da quello della controparte femminile», spiega ancora Farci. «L’espressione dei recettori ormonali, infatti, risulta presente nel 85-90% contro il 70-75% dei tumori della mammella femminile e viceversa si calcola che l’iper-espressione di HER-2 è presente nell’11-15% dei tumori maschili mentre interessa il 20-25% di quelli femminili. Sarà pertanto importante avviare studi clinici specifici nel carcinoma mammario maschile", aggiunge. Negli ultimi anni è stato registrato un sensibile aumento dei casi di carcinoma mammario maschile, per cui è importante coinvolgere gli uomini nelle campagne di prevenzione e "sensibilizzarli", conclude il dottor Farci, "sul fatto che questo tumore può interessarli, anche se raramente, e che è opportuno effettuare l’autopalpazione della regione pettorale, alla ricerca di neoformazioni o di qualsiasi elemento anomalo, che eventualmente devono essere studiati con una visita clinica, un’ecografia o una mammografia".
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