C’è anche un paziente arrivato dalla Sardegna tra quelli operati a Napoli per casi di severa scoliosi in età pediatrica. Quattro in tutto – provenienti anche da Campania, Liguria e Abruzzo – presentavano una condizione patologica grave. Nel dettaglio si trattava di scoliosi idiopatica dell'adolescente di 70 gradi toracica, due deformità scoliotiche del rachide toracolombare intorno ai 60 gradi e una deformità lombo-pelvica con agenesia del sacro.

Gli interventi sono stati eseguiti nell’azienda ospedaliera universitaria Luigi Vanvitelli dal team guidato da Enrico Pola e Luigi Nasto dell' U.O. di Ortopedia e Traumatologia, diretta da Schiavone Panni.

Per tutti i pazienti le dimissioni sono arrivate in sei giorni.

“La ricerca, la tecnica, l'innovazione, il lavoro di squadra rappresentano il motore vincente della buona sanità - spiega Antonio Giordano, direttore generale dell'Azienda - mi congratulo con il team che ha eseguito gli interventi di alta specializzazione confermando la qualità assistenziale del nostro Policlinico''.

LA TECNICA – L'intervento chirurgico consiste nell'impianto di viti peduncolari nelle vertebre coinvolte dalla scoliosi così da avere un buon controllo della deformità. ''La correzione - aggiunge Pola, chirurgo ortopedico - si ottiene dopo aver seguito tagli sull'osso chiamate osteotomie e mediante il successivo inserimento di barre in metallo collegate alle viti precedentemente inserite. Grazie alla collaborazione mutidisciplinare, l'intervento si esegue con un costante controllo della funzione neurologica con potenziali evocati intra-operatori: questa moderna metodica permette di aumentare notevolmente la sicurezza di questo tipo di interventi e di scongiurare danni talvolta irreversibili sul midollo spinale".

LA PATOLOGIA – La scoliosi è una curvatura anormale della colonna vertebrale e i casi gravi comportano una forte limitazione delle attività quotidiane. Le tecniche chirurgiche, nell'ambito delle patologie vertebrali, hanno registrato negli ultimi anni una vera e propria rivoluzione. Quelle più moderne consentono un più rapido recupero post-operatorio dei giovani pazienti e un veloce ritorno a una vita normale.

(Unioneonline/s.s.)

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