L'indagine dal portale "doveecomemicuro.it" sugli interventi per frattura del collo del femore descrive la situazione degli ospedali a livello nazionale e regionale, con dati sulla tempestività degli interventi, sull'incidenza della problematica e la classifica delle strutture per trattamenti di protesi dell'anca, del ginocchio e della spalla.

Un primo dato è che le fratture del collo del femore sono raddoppiate in Europa in 50 anni e se da un lato solamente il 37% degli ospedali italiani accreditati rispetta gli standard minimi per volume e per percentuale d'interventi eseguiti entro 48 ore dal ricovero, migliora la tempestività dell'operazione sugli over 65.

Quanto alla situazione sarda, la struttura che effettua un maggior numero di interventi per frattura del collo del femore, rispettando al contempo il valore del 60% delle operazioni eseguite entro 48 ore dal ricovero, è l'Ospedale Civile Santissima Annunziata - AOU di Sassari.

Al 1° posto, per volume di interventi per protesi d'anca e protesi di spalla, invece, c'è l'Ospedale Marino di Cagliari, mentre per le protesi al ginocchio la Casa di Cura Policlinico Città di Quartu di Quartu Sant'Elena.

IL PUNTO DELL'ESPERTO - Ad analizzare per il portale "doveecomemicuro.it" il questo del trattamento ospedaliero e a fornire informazioni su questo tipo di patologia è il direttore della Struttura di Ortopedia e Chirurgia protesica dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna Francesco Traina: "Gli ospedali che effettuano più operazioni per frattura del collo del femore, in base alle evidenze scientifiche, sono quelli che vantano risultati migliori in termini di sopravvivenza a lungo termine. D'altra parte, non si può prescindere dal rispetto del timing. Gli studi, infatti, dicono che prima s'interviene e più si riducono le possibili complicanze, come l'embolia polmonare e l'infarto del miocardio. A causa dell'urgenza, quindi, questo tipo di operazione si svolge generalmente nell'ospedale territoriale di competenza".

La tempestività è quindi l'elemento chiave di questo tipo di interventi?

"Studi recenti invitano a intervenire addirittura entro 24 ore. Purtroppo, alla base di una frattura del collo del femore in età avanzata può esserci un disequilibrio organico tale che pazienti particolarmente fragili, anche se trattati in maniera idonea e in tempi rapidi, possono non sopravvivere a lungo. La mortalità a 30 giorni dall'intervento, infatti, si aggira intorno al 6%, un dato piuttosto alto".

E dopo l'operazione?

"Fondamentale è la riabilitazione post intervento, perché la costrizione a letto per periodi prolungati può scatenare la cosiddetta 'sindrome d'allettamento' con l'aggravarsi di patologie preesistenti. Una riabilitazione che inizia in ospedale e va poi proseguita in un centro riabilitativo di lunga degenza, distribuite in tutte le Regioni, ma talvolta con attese lunghissime".

In caso di frattura del collo del femore è sempre necessaria l'operazione?

"Sì, a meno che non ci siano delle controindicazioni assolute dovute alle condizioni generali del paziente. Il tipo di intervento, invece, dipende dalla localizzazione della frattura. Se è lontana dall'articolazione, si procede con un trattamento di osteosintesi, che consiste nell'unire due parti dell'osso fratturato con viti, chiodi e altri mezzi idonei. Se è vicina all'articolazione, questa viene generalmente sostituita con una protesi. Nella maggioranza dei casi si opta per una protesi totale d'anca e solo raramente per una endoprotesi, che comporta la sostituzione solo della componente femorale. Si è visto, infatti, che la prima offre risultati migliori in termini di mobilità".

Quali esami vanno eseguiti prima dell'operazione?

"Prima dell'intervento, è sempre opportuno fare una radiografia per capire la natura della lesione. Inoltre, è necessario sottoporre il paziente a una visita generale per individuare la soluzione chirurgica più adatta. Solo se le immagini radiografiche non sono chiare o se permangono dubbi vengono richiesti esami di 2° livello come la TC e la Risonanza magnetica (RM)".

Le fratture del collo del femore sono in aumento?

"Si stima che ogni anno circa 80mila italiani over 65 vengano ricoverati per una frattura al femore. Un dato che è in aumento esponenziale a causa dell'invecchiamento progressivo della popolazione. Si pensi che in Europa, queste fratture sono raddoppiate nell'arco di 50 anni e si calcola che nel 2050 si arriverà a quota 1 milione".

Quali le cause delle fratture del collo del femore?

"La prima causa è l'osteoporosi, una malattia caratterizzata da una diminuzione della massa scheletrica e dal deterioramento osseo. La sua incidenza è piuttosto elevata. A soffrirne, nel nostro Paese, infatti, sono circa 1 donna su 3 e 1 uomo su 5".

Quale prevenzione è possibile?

"La prevenzione di questa patologia andrebbe cominciata molto prima di raggiungere l'età media di insorgenza. Sebbene nell'infanzia non si possa parlare di osteoporosi, le sane abitudini andrebbero apprese fin da piccoli perché poi è più complicato modificare i propri comportamenti. Per contrastare la malattia sono fondamentali una vita attiva e un'alimentazione corretta che garantisca un adeguato apporto di calcio e vitamine, in particolare di vitamina D. Inoltre, sono da evitare il fumo, l'eccesso di alcol e una perdita esagerata di peso. Si è visto infatti che l'osteoporosi colpisce maggiormente le persone sottopeso".

Chi e quando deve sottoporsi a un controllo?

"Donne in menopausa, soprattutto se insorta precocemente prima dei 45 anni, pazienti con comorbilità e persone over 70 con fattori di rischio accertati. L'esame consigliato è la Densiometria ossea (Moc), esame che fornisce le informazioni più attendibili e che consente di valutare la densità dell'osso nei siti più a rischio, come la schiena e il collo del femore. Alla diagnosi di osteoporosi si arriva, quindi, correlando i risultati del test con parametri di riferimento che servono a stabilire se la densità ossea è nel range di normalità".

GLI INTERVENTI PER FRATTURA DEL COLLO DEL FEMORE IN SARDEGNA - Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano questo tipo di intervento sono 16 e tra queste, quelle che effettuano il maggior numero di interventi rispettando il valore di riferimento del 60% di operazioni eseguite entro 48 ore dal ricovero sono: l'Ospedale Civile Santissima Annunziata di Sassari, l'Ospedale San Martino di Oristano, l'Ospedale SS. Trinità di Cagliari, Ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale (VS) e l'Ospedale Marino Regina Margherita di Alghero (SS).

Nella Regione, i due valori di riferimento ministeriali (un volume minimo di 75 interventi annui di cui almeno il 60% eseguiti entro 48 ore dal ricovero) sono rispettati dal 44% delle strutture e secondo l'analisi del portale doveecomemicuro.it il 98,5% dei residenti sceglie di farsi curarsi nella propria regione.
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