La prostata è la ghiandola presente nell’apparato genitale maschile, che per forma e dimensioni (è lunga circa tre centimetri, larga quattro e spessa intorno ai 2,5 centimetri) può ricordare un frutto tipico dell’autunno: la castagna.

Ha il fondamentale compito di produrre  e immagazzinare il liquido seminale, che viene poi espulso durante la fase eiaculatoria.

L’anatomia

Il tessuto della ghiandola prostatica (altro nome della prostata) è formato da tessuto fibroso e muscolare; fa parte dell’apparato genitale maschile e si colloca al di sotto della vescica e davanti al retto. I suoi lobi avviluppano la prima parte dell’uretra, la quale permette di espellere l’urina tramite il proprio apposito canale; sono presenti inoltre dei lobi laterali, oltre a un’area anteriore e un’altra area periferica che, da sola, rappresenta il 70% del volume della prostata.

Le dimensioni di quest’ultima si sviluppano durante la pubertà (è già presente nei bambini più piccoli, ma con misure ridotte) e raggiunge, quando la maturazione sessuale è terminata, un peso che si aggira tra i 10 e i 20 grammi.

Le importanti multifunzionalità

Potremmo definirlo un gioco di squadra, quello a cui partecipa la prostata. Essa infatti, insieme alle ghiandole bulbouretrali e alle vescicole seminali, provvede alla produzione dello sperma, fondamentale per la procreazione. Gli elementi sopra elencati, tutti insieme, costituiscono le ghiandole seminarie accessorie. Il liquido prostatico rappresenta un quarto del totale dello sperma prodotto di volta in volta, e ha diverse funzioni. Tra queste, è in grado di rendere più “spigliati” e svegli gli spermatozoi; per garantire loro una maggiore sopravvivenza all’interno della vagina e delle pareti di risalita, attenua l’acidità delle sue secrezioni. Infine, rende lo sperma più fluido.

Garantire la funzionalità del liquido prostatico è compito degli androgeni, prodotti dai testicoli; nelle donne, invece, essi vengono sintetizzati sia dalle cellule ovariche sia dal surrene.

Il liquido prostatico è fluido, per colore e spessore ricorda il latte e contiene diversi elementi: il fruttosio, l’acido citrico, lo zinco e altri sali minerali.

Ecco cos’è l’antigene prostatico

Tra i vari componenti del liquido prostatico, un posto di rilievo è ricoperto dal Psa: Prostate Specific Antigen, cioè l’antigene prostatico specifico. In assenza di patologie o alterazioni, è presente nel sangue in quantità inferiore ai quattro nanogrammi per millilitro. Si tratta di una proteina prodotta appunto dalla prostata, che di fatto rappresenta il termometro del suo stato di salute: i suoi livelli elevati o in crescita esponenziale lasciano presagire che si è in presenza di una malattia o patologia della prostata. Proprio per questo motivo, la prima diagnosi per stabilire se siano presenti tumori (benigni o maligni) a livello di prostata, il primo esame al quale gli uomini vengono sottoposti è il test ematico dello specifico antigene prostatico. Tuttavia, l’Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) sottolinea che, anche in presenza di valori alterati del Psa, è più opportuno restare “in vigile attesa” poiché in molti casi si potrebbe trattare di “una malattia relativamente benigna con un’evoluzione lentissima” e, come tale, non richiederebbe l’intervento chirurgico.

Patologie e disturbi più diffusi

Malattie e disturbi correlati alla prostata sono molto comuni, soprattutto con l’avanzare dell’età. I tre campanelli d’allarme suonano in presenza di un ingrossamento delle dimensioni della prostata, quando essa si infiamma o quando è oggetto di un processo degenerativo (che può essere benigno o maligno). Nel primo caso, il paziente soffre di ipertrofia prostatica; in caso di infiammazione, invece, ci troviamo di fronte a una prostatite mentre, per quanto riguarda l’ultimo caso, si tratta di una forma tumorale (non necessariamente maligna). La possibilità che una di queste malattie insorga è direttamente proporzionale all’invecchiamento dell’uomo (di fatto, è una malattia tipica dell’età molto adulta e della vecchiaia) e, di solito, inizia a manifestarsi a partire dai 50 anni.

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Screening, sintomi, diagnosi: tutto ciò che occorre sapere su cancro e prostata

L'Istituto superiore di Sanità ha, alla fine del 2022, comunicato i dati relativi alle nuove diagnosi di cancro. Su un totale di 390.700, 205.000 sono stati diagnosticati agli uomini, di cui 40.500 riferiti al tumore alla prostata,con un incremento rispetto al 2020 dell'1,5%. Negli ultimi anni, questa patologia rappresenta la neoplasia (crescita incontrollata di un tessuto del corpo) con la più alta prevalenza nell'uomo, complice anche l'allungamento della vita media.

I dati di questa forma tumorale

L'Airc evidenzia che, nonostante l'incidenza elevata di questa malattia, il rischio che la stessa abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene rapidamente. Nel 2020, si è registrata una riduzione dei tassi di mortalità del 15,6% rispetto al 2015. "Dopo cinque anni dalla diagnosi - comunica l'associazione - il 92% delle persone delle persone che avevano ricevuto la diagnosi di tumore alla prostata sono ancora vive. Una percentuale tra le più alte in caso di tumore, soprattutto se si tiene conto dell'avanzata età media dei pazienti".

Una patologia senza i sintomi

Nelle sue fasi iniziali, il tumore alla prostata è asintomatico; quando la massa ammalata cresce, però, appaiono difficoltà a urinare o, al contrario, lo stimolo frequente di minzione; a questi fattori si può aggiungere la presenza di sangue nell'urina o all'interno dello sperma.

Questi sintomi sono però gli stessi che si manifestano in caso di tumori benigni, per cui alla comparsa di uno di essi è quanto mai opportuno recarsi dal proprio medico di base prima e, successivamente, dall'urologo. 

Le altre malattie ghiandolari

Oltre alle forme tumorali - benigne e maligne - che possono colpire la ghiandola della prostata, troviamo altre patologie a essa inerenti. Per esempio, le infiammazioni (prostatiti) le quali, nella quasi totalità dei casi (90-95%) sono il risultato di cause sconosciute; infiammazioni di natura batterica costituiscono invece la restante (bassa) percentuale, ed è corretto definirle infezioni.

Un terzo della popolazione maschile adulta (non solo anziana) è afflitta dalle calcificazioni alla proposta, cioè da calcoli che si formano, appunto, al suo interno. Tra i sintomi, la percezione di fastidio nell'urinare e di avere come un 'peso' all'altezza dell'inguine; i calcoli provocano anche difficoltà a eiaculare, che può avvenire precocemente ed essere associata a dolore. Nella prostata possono infine comparire delle cisti di natura benigna, cioè una cavità di forma e dimensioni variabili e contenente al suo interno dei liquidi.

Lo screening e gli accertamenti

In Sardegna e in altre regioni italiane, sono attive delle campagne di screening gratuito per individuare in forma preventiva eventuali patologie correlate alla prostata. L'esplorazione rettale nonché il dosaggio dell'antigene prostatico specifico (Psa) sono i due esami cardine che vengono effettuati. Nel caso in cui questi esami riportassero dei valori non nella norma, il paziente dovrà sottoporsi a una biopsia prostatica. Queste attività di screening sono rivolte alla popolazione over 50 maschile e ricordano la campagna di prevenzione al tumore alla mammella che coinvolge le donne.

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Prostata e la dieta che aiuta: puntare sui vegetali e altre regole "sane"

La notizia risale ad un paio di mesi fa: l'Università della California di San Francisco ha presentato un interessante studio secondo il quale i pazienti affetti da tumore alla prostata (oppure in fase di follow-up, il monitoraggio post tumore della durata di cinque anni) che inseriscono nella propria dieta grandi quantità di verdure hanno meno possibilità che il male progredisca oppure che ci sia una ricaduta.

I risultati arrivati dall'America

L'indagine in questione, più nel dettaglio, ha coinvolto 2.038 pazienti di età compresa tra i 43 e i 102 anni, tutti con una diagnosi di tumore acclarato (a diversi stadi).

È stato chiesto loro di compilare un questionario inerente alla frequenza di consumo di circa 140 alimenti (sia solidi che liquidi); con i risultati è stato poi stilato un indice della quantità di vegetali che vengono consumati.

Trascorsi sette anni e mezzo, i ricercatori hanno stabilito che i pazienti che hanno consumato il più alto contenuto di vegetali hanno registrato una riduzione del 52% della malattia e, per il 53% di loro, si è verificata  una diminuzione del rischio di recidiva o di progressione di questa patologia.

Consigli per un sano stile di vita

Oltre alla corretta alimentazione (aspetto che vale in linea generale come ottimo elisir di lunga vita), vi sono altri accorgimenti che è importante seguire per evitare che la prostata si possa ammalare.

In primo luogo, abbiamo visto l'importanza degli screening, da effettuare una volta all'anno raggiunti e superati i 50 anni di età.

Consigliato anche praticare attività sessuale regolare, poiché l'astinenza prolungata provoca ristagno di secrezioni con possibile infezione seminale. Bene anche l'attività fisica, evitando tuttavia bicicletta e cyclette, causa di microtraumi perineali che, a loro volta, sfociano in processi infiammatori della prostata.

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