Prima di prescrivere una terapia farmacologica stabile contro l’ipertensione arteriosa, gli specialisti tendono a intervenire sui numerosi fattori di rischio modificabili, ossia quella serie di abitudini negative che il paziente mette in pratica quotidianamente. Dallo stile di vita all’alimentazione, sono molti gli ambiti in cui si può agire per combattere la problematica.

Fumo, alcol e dieta

Come capita per tante altre patologie, fumo e alcol rappresentano due dei primi elementi guardati con sospetto dai medici. Si stima che la pressione arteriosa rimanga più alta per circa mezz’ora dopo aver fumato una sigaretta. Inoltre i vasi arteriosi dei fumatori sono meno elastici rispetto al resto della popolazione, mentre le pareti vascolari tendono a danneggiarsi. Considerando che i fumatori accaniti si concedono numerose sigarette nell’arco della giornata, la pressione media sarà più alta rispetto a quella di un soggetto non fumatore. Anche l’alcol, se assunto in quantità eccessive, può avere conseguenze negative sulla salute. Questa sostanza, in particolare, favorisce l’innalzamento della pressione e, contemporaneamente, porta alla dilatazione del cuore, con conseguenti problemi alla funzionalità del muscolo cardiaco. Gli effetti negativi emergono anche con un consumo moderato di alcol: gli esperti consigliano di non superare i due bicchieri al giorno per gli uomini, uno per le donne.

Attenzione, inoltre, alla dieta: il ministero della Salute raccomanda di ridurre gradualmente la quantità del sale nei cibi. Meglio evitare anche gli alimenti eccessivamente saporiti, come dado da cucina, carne, tonno, sardine, alici, salse, salumi e insaccati. Anche in questo caso, le quantità sono modeste: è sufficiente infatti un etto di prosciutto crudo per assumere i 5 grammi di sale raccomandati per l’intera giornata.

La sedentarietà

Un altro fattore particolarmente dannoso in ottica ipertensione è la sedentarietà: sebbene non sia stato riscontrato un legame diretto, numerosi studi hanno messo in luce come dedicare tempo ed energia all’attività fisica aiuti a far calare i valori della pressione. Inoltre si dà il via ad un circolo virtuoso: se ci si mantiene allenati, si diventa maggiormente capaci di sopportare gli sforzi fisici. Il ministero della Salute consiglia di praticare almeno mezz’ora di camminata a passo veloce, bici e nuoto per almeno cinque volte a settimana. Il tutto, ovviamente, cercando di assecondare quelle che sono le capacità del proprio corpo.

I fattori non modificabili

Ci sono poi altri fattori sui quali è impossibile intervenire. Si ricorda, prima di tutto, la familiarità, ovvero la presenza della malattia tra i componenti del proprio nucleo familiare: chi ha una storia di ipertensione in famiglia è più soggetto a questo tipo di problemi. Inoltre l’ipertensione diventa più frequente con il passare degli anni, come conseguenza diretta dell’irrigidimento dei vasi arteriosi. Con l’avanzare dell’età, dunque, la pressione tende ad aumentare, soprattutto quella sistolica, che corrisponde alla massima. Quella diastolica, invece, rimane stabile e, talvolta, diminuisce.

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