L’estate porta con sé, oltre a numerosi vantaggi e alla possibilità, per molte persone e famiglie, di concedersi una vacanza, anche alcune situazioni spiacevoli. È il caso delle infezioni alle vie urinarie che, con l’aumento delle temperature, diventano ancora più frequenti. I soggetti più a rischio sono i bambini, gli anziani e le donne in gravidanza, ma anche le persone diabetiche, i soggetti immunodepressi, chi già soffre di calcoli delle vie urinarie o dei reni oppure di ostruzione dell’uretra, senza dimenticare infine i portatori di catetere vescicale.

Le cause e le complicazioni

L’apparato urinario si compone di due reni, altrettanti ureteri (i “tubicini” che portano l’urina dai reni in vescica), la vescica e l’uretra. Le infezioni che interessano le vie urinarie cosiddette “inferiori” sono l’uretrite e la cistite e riguardano rispettivamente l’uretra e la vescica; di norma, sono meno gravi e spesso di facile risoluzione. Quando invece le infezioni riguardano gli ureteri e i reni, si è di fronte a infezioni delle vie superiori: pielonefriti e nefriti, che richiedono un immediato trattamento e monitoraggio della funzionalità renale da parte del medico, preferibilmente a livello ospedaliero; se non si interviene per tempo o in maniera adeguata, queste infezioni possono sfociare in un’urosepsi, cioè in una condizione infettiva del tratto urogenitale. In alcuni casi - i soggetti anziani, immunodepressi e diabetici sono i più esposti a questo rischio - le complicanze delle infezioni alle vie urinarie possono portare a diversi gradi di insufficienza renale, fino alla dialisi. Nelle situazioni più gravi ed estreme, si può verificare anche la setticemia: i batteri che hanno causato l’infezione entrano in circolo e si diffondono in tutto il corpo; in questo caso, è fondamentale il ricovero e la cura immediata perché si tratta di una condizione che può portare alla morte. In generale, indipendentemente dal tratto interessato, le infezioni alle vie urinarie sono causate soprattutto da batteri e, in alcuni casi, da funghi come la candida albicans. Solitamente, i batteri risalgono dall’uretra e raggiungono le vie urinarie, dove si annidano e proliferano. Nelle donne, una delle cause è legata all’attività sessuale quando praticata con diaframma o spermicidi; nell’uomo, invece, possono essere legate a un restringimento del canale uretrale, a problemi inerenti alla prostata, alla presenza di calcoli vescicali o, ancora, a una pregressa malattia che era stata trasmessa per via sessuale.

I segnali da non sottovalutare

Le infezioni alle vie urinarie si manifestano con sintomi e campanelli d’allarme che è bene riconoscere e non trascurare. Nel caso di quelle delle vie inferiori, le urine hanno aspetto torbido e cattivo odore; di solito, si avverte la necessità di urinare con maggiore frequenza, tanto che spesso risulta molto difficile trattenere le urine; quando si va in bagno, si può avvertire dolore durante la minzione e senso di pesantezza (o addirittura dolore) a livello della pelvi e lombare. In alcuni casi, le urine possono presentare delle tracce di sangue e il soggetto interessato dall’infezione può manifestare febbre. In caso di pielonefriti, quest’ultima è in genere molto alta (non inferiore ai 38°), spesso preceduta da brividi di fortissima intensità; il dolore è molto intenso, localizzato a livello dorsale o a un fianco e che può acuirsi durante la minzione. La persona affetta da infezione alle vie urinarie superiori, infine, può avvertire anche nausea, vomito o diarrea. In caso di cistite, i sintomi sopra indicati sono sufficienti al medico per emettere la diagnosi, che comunque deve essere confermata dall’esame delle urine (per evidenziare la presenza di globuli bianchi, batteri e nitriti) e dall’urinocoltura con antibiogramma, che permette di isolare il germe responsabile dell’infezione e di verificarne la risposta a vari tipi di antibiotici. In questi casi, il trattamento di norma avviene a casa, associato a un antidolorifico in caso di malessere persistente. Nei casi di pielonefriti o nei soggetti che presentano una recidiva, è consigliabile sottoporsi - oltre alla cura antibiotica per via endovenosa -  anche a un’ecografia delle vie urinarie o a una cistoscopia, in modo da valutare la presenza di calcoli nell’organismo.

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Igiene, dieta, vestiti: alleati per la salute

Bruciore durante la minzione, esigenza di urinare più spesso, fastidio o dolore al basso ventre. Sono questi i sintomi più frequenti della cistite, l'infezione alla vescica delle cosiddette vie urinarie inferiori. Si tratta di un problema diffuso e fastidioso, che si acuisce con l'aumento delle temperature. La causa principale risiede nel fatto che facendo caldo si suda di più e le urine sono più concentrate; quest'aspetto favorisce perciò lo sviluppo di un'infezione.

Prevenire è possibile: ecco come
I medici consigliano di seguire una serie di raccomandazioni per evitare l'insorgere di questi disturbi. Peraltro, non è da sottovalutare il fatto che, aumentando in estate, esse si possano presentare durante le vacanze, rendendo la situazione ancora meno confortevole e più fastidiosa sotto molti aspetti. Fondamentale, dunque, curare la questione preventiva. Non è mai così sano trattenere le urine a lungo, ma in questo caso diventa deleterio: è bene dunque svuotare con frequenza la vescica, evitando il ristagno dell'urina dove i batteri si annidano e proliferano. Fondamentale - come sempre - l'aspetto dell'igiene intima, da curare con premura e attenzione anche dopo l'attività sessuale; quest'ultima, infatti, costituisce veicolo di trasmissione batterica, causando appunto infezioni.

I medici raccomandano di svuotare la vescica prima e dopo ogni rapporto, sempre per evitare che si creino le condizioni ideali per la comparsa di batteri. Inoltre, la prevenzione passa anche attraverso una corretta alimentazione. Medici e nutrizionisti invitano a seguire una sana dieta anche durante lo spensierato periodo vacanziero, sia per migliorare la sintomatologia, sia per prevenire le forme di recidiva, che si presentano con frequenza. Si consiglia quindi di apparecchiare la tavola limitando il consumo di carboidrati e di alcolici, evitando invece del tutto i cibi irritanti delle vie urinarie come il caffè, il tè, il cioccolato, i cibi piccanti e quelli speziati. Ancora una volta, frutta e verdura si confermano basilari per la salute dell'organismo, anzi: gli esperti invitano ad aumentarne il consumo durante il periodo estivo. Stesso discorso per quanto concerne le fibre, che aiutano a scongiurare la stipsi e favoriscono l'attività intestinale, "culla" di queste infezioni.

Per quanto riguarda invece i liquidi assunti, occorre bere almeno due litri di acqua al giorno, favorendo così l’incremento della produzione di urina e il conseguente allontanamento dei microrganismi con la minzione. Importante non bere grandi quantità tutte in una volta, bensì spesso e poco. Oltre all'acqua, sono consigliate alcune tisane come quelle alla malva e alla camomilla poiché hanno un effetto lenitivo, così come i succhi di frutta (soprattutto quello al mirtillo) purché siano senza zucchero. Semaforo verde, inoltre, per spremute, centrifughe, estratti, zuppe e minestre anche se queste ultime possono non essere così appetibili durante la stagione estiva.

Infine - anche se a prima vista potrebbe apparire singolare - per prevenire le infezioni delle vie urinarie bisogna fare attenzione anche alla scelta degli indumenti: evitare i vestiti troppo stretti appannaggio di magliette, pantaloni e gonne realizzati con tessuto traspirante, come il cotone e il lino. Attenzione anche alla biancheria: evitare l'uso promiscuo di accappatoio e asciugamani, che possono veicolare batteri da una persona all'altra.

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Mare e piscina, tra relax e fastidio

Le cistiti e le altre infezioni delle vie urinarie sono più frequenti durante il periodo estivo a causa dell'aumento delle temperature. E, com'è risaputo, il caldo favorisce la proliferazione dei batteri. Può dunque accadere che le infezioni delle vie urinarie si manifestino quando ci si trova in vacanza al mare o in strutture con la piscina.

Convivere con la problematica
In caso di cistite e disturbi simili, occorre ridurre il numero di bagni in mare o in piscina; in alternativa, una volta usciti dall'acqua è caldamente consigliato togliere il costume bagnato e indossarne uno asciutto (evitare anche di tenere per troppo tempo addosso il costume umido), che crea un ambiente sfavorevole alla proliferazione batterica. Per quanto riguarda le piscine, si aggiunge un'aggravante: qui vengono infatti utilizzati dei prodotti chimici disinfettanti che possono alterare il ph vaginale, favorendo la proliferazione di microrganismi. Anche vivere in ambienti caldo-umidi, rappresenta un importante fattore di alterazione della flora vaginale, aumentando appunto il rischio di insorgenza delle cistiti. Tuttavia, anche lo sbalzo di temperatura - immergendosi per esempio in acqua molto fredda -  potrebbe favorire la replicazione batterica e quindi provocare un peggioramento della sintomatologia. In caso di cistiti, i medici raccomandano di seguire tutti le precauzioni fondamentali per la prevenzione (corretta alimentazione e cura per l'igiene su tutti) e di assumere integratori a base di D-mannosio, altamente efficace a contrastare la crescita batterica poiché, legandosi alle lecitine, impedisce ai batteri di aderire alla mucosa vescicale. Inoltre, si consiglia di evitare l'assunzione di latte e derivati durante la cura antibiotica, in quanto potrebbero inibirne l'efficacia. Infine, evitare troppe lavande vaginali e l'utilizzo di assorbenti interni o coppette mestruali.

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