Una condizione frequente ed estremamente fastidiosa, che può rendere difficile anche il gesto più semplice. L’emicrania è una patologia all’ordine del giorno nella vita di molte persone - si stima colpisca il 15% della popolazione mondiale - e ha un notevole impatto sulla vita quotidiana. Chi ne soffre, deve fare i conti con un dolore pulsante e molto intenso, spesso accompagnato ad altre condizioni di disagio come nausea e sensibilità ai rumori e alla luce. L’eziologia dell’emicrania, nonostante gli sviluppi della scienza nel corso degli ultimi decenni e l’enorme diffusione della patologia a livello mondiale, è però ancora sconosciuta. La letteratura medica ha stabilito da tempo che l’emicrania predilige il sesso femminile: il rapporto medio di casi donna-uomo è di 3 a 1. Nella donna tende a comparire per la prima volta in età adolescenziale e raggiunge il picco tra i 40 e i 50 anni. A livello generale, nella maggior parte dei casi la condizione tende a risolversi superati i 50 anni.

La sintomatologia

Al di là delle differenze di genere, incide molto la forma in cui la patologia si presenta. L’Iss ha rilevato che, nella donna, l’emicrania si presenta in modo più severo rispetto all’uomo manifestando attacchi più frequenti, di maggiore intensità e durata, ed è associata a sintomi vegetativi di accompagnamento più marcati. La sequenza dei sintomi può cominciare già 24 ore prima del sintomo più invalidante (dolore acuto alla testa) con delle sensazioni generiche di stanchezza e sonnolenza e stati emozionali quali irritabilità e depressione: è inoltre confermato che in alcuni casi viene stimolato anche l’appetito per i dolci. L’attacco di emicrania vero e proprio dura poi tra le 2 e le 72 ore. Il dolore tipico dell’emicrania è pulsante e si accentua a ogni minimo movimento, costringendo il soggetto a ritirarsi in disparte, isolato da rumori e luci. Spesso la persona affetta da emicrania non riesce a sdraiarsi in quanto il dolore può diventare ancora più martellante. Se gli episodi di emicrania diventano frequenti, si ha la degenerazione in emicrania cronica: la condizione si presenta per almeno 15 giorni al mese.

Le cause del disturbo

La caratteristica tipica del cervello emicranico è quella di convertire in dolore gli stimoli non dolorosi: una lunga lista che comprende stress, cambiamenti climatici, irregolarità del ritmo sonno-veglia, digiuno forzato e variazioni ormonali. Gli studiosi hanno ipotizzato che l’attacco di emicrania sia scatenato in prima istanza dalla corteccia cerebrale pre-frontale, l’area del nostro cervello che è deputata alla gestione di eventi stressanti a livello psicofisico. Un ruolo decisivo sarebbe rivestito dall’ipotalamo, uno degli organi più sensibili ai cambiamenti di abitudini e ritmi di vita. Proprio dall’ipotalamo si innescherebbe la sequenza della patologia. Le emicranie si manifestano generalmente nelle persone il cui sistema nervoso è più sensibile: le cellule nervose del cervello vengono stimolate con maggiore facilità e producono un’attività elettrica. Quando questa attività si diffonde al cervello, vengono alterate diverse funzioni: la vista, l’equilibrio, la coordinazione muscolare. Questi disturbi causano i sintomi che precedono la cefalea, che si manifesta apertamente nel momento in cui viene stimolato il quinto nervo cranico, noto anche come trigemino. Questo nervo invia gli impulsi dolorosi, causando un’infiammazione nei vasi sanguigni del cervello e nelle membrane che lo ricoprono.

Più casi nelle donne

La prevalenza nei soggetti di sesso femminile, secondo la letteratura medica, è dovuta agli estrogeni, che sembrerebbero responsabili del maggior numero di episodi emicranici: l’aumento o la fluttuazione dei livelli di estrogeni darebbe il via agli attacchi. In alcune donne, l’emicrania è più frequente poco prima o subito dopo il ciclo mestruale, mentre diventano meno intense e frequenti nell’ultimo trimestre di gravidanza, quando i livelli di estrogeni sono abbastanza stabili, tornando poi frequenti dopo il parto. Ci sono anche altri elementi che vengono ritenuti elementi attivatori delle emicranie: la mancanza di sonno, i cambiamenti della pressione atmosferica, una stimolazione eccessiva dei sensi, lo stress e la fame.

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