Lampi di luce, una tendina nera che oscura la visuale o dei piccoli punti scuri che come moscerini disturbano la vista possono essere un segnale allarmante di un distacco di retina, condizione patologica che, se trascurata, può portare alla cecità. I sintomi compaiono nel 60 per cento dei casi ma spesso può manifestarsi con un oscuramento graduale o improvviso di una parte del nostro campo visivo.

È una malattia silenziosa che, in assenza di dolore, può causare danni irreversibili. Conoscerne i sintomi e intervenire tempestivamente sono le uniche forme di prevenzione. «Il distacco di retina può essere parziale o totale – spiega Enrico Peiretti, professore associato presso l’Università di Cagliari e responsabile del Centro di retina medica al San Giovanni di Dio, presidio ospedaliero dell’AOU del capoluogo - colpisce maggiormente gli anziani nei quali si ha una degenerazione del corpo vitreo (la bolla di gel fra il cristallino e la retina) che si disidrata e si contrae trascinando una parte di retina. Ma anche la miopia elevata, il diabete e i traumi possono predisporre alla patologia». La malattia è grave ma da una decina d’anni trattamenti e tecniche chirurgiche hanno compiuto passi da gigante. I risultati sono eccellenti con un’altissima percentuale di guarigione. «La procedura è molto più snella e le tempistiche di intervento più rapide – prosegue Peiretti – un distacco di retina può essere risolto in 15/20 minuti».

Rispetto a qualche anno fa, il paziente evita il ricovero e la degenza, arriva direttamente in sala operatoria e dopo qualche ora può rientrare a casa. Questo limita infezioni, infiammazioni o edemi, inevitabili il più delle volte su un intervento di lunga durata. Con la riduzione dei tempi e la strumentistica microchirurgica sempre più sofisticata si ha la possibilità di aggredire l’organo in maniera molto più delicata e precisa. In pochi giorni, se il tessuto nervoso non ha subito grossi danni, la retina ricomincia a funzionare. La differenza la fanno la tecnica e la competenza del chirurgo.

Gli studi di questi ultimi anni hanno portato grandi novità: in un articolo pubblicato sul European Journal of Ophthalmology, il professor Peiretti ha dimostrato che un distacco di retina trattato con le nuove tecniche moderne ha permesso di ottenere su 85 pazienti un riaccollamento al primo intervento di oltre il 90 per cento. Un risultato eclatante rispetto ai numeri registrati solo una quindicina di anni fa.

«I dati sono confortanti. Prima si interviene e prima si può avere un successo anatomico anche se non sempre questo si accompagna ad un successo funzionale quando la porzione nobile della retina, la macula, è staccata. In questo caso il recupero della vista può essere solo parziale».

Un secondo studio - presentato per la prima volta al mondo nel dicembre scorso, al congresso internazionale di vitreo retina a Roma, ha mostrato i risultati preliminari di una nuova tecnica mininvasiva messa a punto da Peiretti e condivisa con i colleghi del Policlinico Universitario “Gemelli” che ha richiamato l’attenzione della comunità scientifica mondiale sulla Sardegna e i suoi centri di eccellenza. Con un intervento rapido e indolore di soli cinque minuti e in anestesia locale, su alcuni pazienti selezionati si è ottenuto un successo anatomico e funzionale nell’85 per cento dei casi trattati.

«Questa nuova metodica permette oggi di trattare alcuni distacchi in fase iniziale - spiega il professore - per intenderci, viene rimossa solo una piccola porzione di vitreo, quella che ha causato il distacco, evitando un intervento massimale come prima, anche se le nuove tecniche ci permettono di farlo in tempi molto brevi. In tal modo, con dei distacchi a settore e quindi non completi, si rimuove solo la porzione di vitreo interessata e si inserisce una bolla di gas per riaccollare la retina. Lo studio è in fase preliminare ma aperto a una valutazione più importante che coinvolgerà i colleghi su tutto il territorio italiano».

Carla Zizi

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