L’innalzamento delle temperature che sta contraddistinguendo questo periodo estivo dell’anno, fa scattare in automatico il desiderio di “ripararsi” in qualche modo dal caldo e dall’afa. Come? La prima risposta che balena nella mente evoca immagini vacanziere: immersi nelle acque marine oppure in luoghi freschi montani. E se invece ci si trova in città, magari in ufficio o a casa, come è possibile fronteggiare questa ondata di caldo tipica della stagione corrente? La risposta è: azionando, se possibile, l’aria condizionata. Il suo utilizzo deve però essere oculato, onde evitare malanni.

Le analogie e le distinzioni

Innanzitutto occorre fare una distinzione precisa e fondamentale tra climatizzatori e condizionatori d’aria: sono due termini che, impropriamente, spesso vengono utilizzati come sinonimi, anche se è vero che si tratta di due macchinari che agiscono sul trattamento dell’aria, migliorandola. Il climatizzatore realizza e mantiene, in contemporanea e in vari ambienti, le condizioni termiche ottimali per le persone che lì si trovano. Un esempio può essere il fresco che si avverte entrando in un supermercato e percorrendo i vari reparti. Il condizionatore, invece, viene utilizzato per ottenere le caratteristiche termiche desiderate all’interno di un ambiente e attraverso una velocità di ventilazione. Questo apparecchio, quindi, rinfresca un ambiente immettendo aria fresca attraverso una ventola, ma senza dare la possibilità di impostare una temperatura precisa da raggiungere. Una funzione che è invece propria dei climatizzatori che, una volta raggiunta la temperatura desiderata, lavorano al minimo per garantirla; alcuni di essi, inoltre, permettono di controllare l’umidità grazie alla funzione integrata di deumidificatore.

I disturbi diffusi

Di per sé, utilizzare il condizionatore o il climatizzatore non arreca danni alla salute. Ovviamente, occorre agire in maniera corretta, poiché i medici evidenziano come un utilizzo improprio - regolando gli strumenti a temperature troppo basse, per esempio - e prolungato possa rappresentare un rischio per la salute. Bambini e anziani risultano essere, anche in questo caso, i soggetti più fragili ed esposti a disturbi come bronchiti, sinusiti batteriche, dolori articolari.

Per i bambini, mal di gola, raffreddore e tosse sono dietro l’angolo soprattutto se entrano in un ambiente “refrigerato” da accaldati o sudati. Per gli anziani, invece, il rischio maggiore è che diminuisca ulteriormente lo stimolo della sete e, di conseguenza, si vada incontro alla disidratazione. In generale, la lunga permanenza in un ambiente climatizzato - si pensi per esempio all’ufficio - può provocare il mal di testa, in una forma che la Società internazionale delle cefalee definisce non a caso “cefalea da freddo”. Rispetto a una normale emicrania, si manifesta con un dolore sì più lieve, che però interessa tutto il capo e che ha una durata minore (soprattutto se poi ci si allontana dalla fonte di freddo). La cefalea può essere la conseguenza anche di dolori localizzati nell’area cervicale, in quanto il collo molto spesso è la parte più esposta al getto d’aria proveniente dal condizionatore. La schiena è un’altra zona sensibile alle correnti d’aria fredda: se si infiamma la muscolatura che sostiene la colonna vertebrale, tutta l’articolazione ne risente. Stretching e massaggi dolci sono la cura migliore per alleviare dal dolore queste parti del corpo. La “sindrome dell’occhio secco” è un altro disturbo che può accentuarsi a seguito dell’esposizione eccessiva all’aria condizionata; si manifesta con fastidio agli occhi, bruciore, arrossamento, alterazione della vista, sensazione di corpo estraneo negli occhi e, infine, una particolare sensibilità alla luce. Gli sbalzi eccessivi di temperatura - che possono costituire dei veri e propri choc - provocano delle irritazioni a livello delle vie respiratorie, in particolare a livello di bronchi e trachea. Se i filtri del condizionatore o del climatizzatore non sono perfettamente puliti, c’è il rischio di contrarre la legionellosi causata dal batterio “Legionella pneumophila”: si tratta di una malattia dell’apparato respiratorio che, in forma acuta, può provocare persino la polmonite. Per questo motivo, la manutenzione degli impianti è fondamentale.

***

Dal posizionamento in stanza alla manutenzione, come prevenire disturbi e malanni

L'utilizzo di climatizzatori e condizionatori non è, in linea generale e salvo controindicazioni legate a specifici problemi di salute, off limits. Ciò che li rende rischiosi, quando non addirittura dannosi, è l'uso prolungato e improprio. Per questo motivo, già da alcuni anni il ministero della Salute ha stilato un vademecum con regole e accorgimenti da seguire per non incorrere in spiacevoli effetti collaterali.

I consigli da seguire

La prima regola da tenere a mente riguarda la temperatura: per evitare sbalzi termici, è consigliabile regolare i dispositivi su una temperatura compresa tra i 25 e i 27 gradi in modo che non ci sia troppa differenza con quella esterna. In generale, tra la temperatura interna e quella esterna ci deve essere un margine di 5-6 gradi. Regola sottintesa ma che comunque è bene precisare: per ottimizzare l'utilizzo di questi apparecchi, le finestre devono restare chiuse. Non solo. È opportuno evitare, in concomitanza con l'uso di climatizzatori e condizionatori, l'accensione di altri elettrodomestici ad alto consumo energetico, come per esempio la lavatrice. Inoltre, restando in tema di elettrodomestici, è preferibile evitare l'uso di forni, fornelli e ferri da stiro durante le ore più calde della giornata, onde evitare di surriscaldare eccessivamente l'ambiente.

Si consiglia di coprirsi quando si passa da un ambiente più caldo a uno più freddo e ventilato, specie le spalle e la schiena. Non è detto che il condizionatore o il climatizzatore rappresentino la soluzione migliore per rinfrescare l'aria: in presenza infatti di un elevato tasso di umidità, è sufficiente anche solo l'uso della modalità deumidificatore. Quest'ultima risulta meno aggressiva rispetto all'utilizzo classico ed è indicato per le abitazioni dove sono presenti anziani o bambini; tuttavia, non bisogna eccedere con il suo utilizzo in quanto potrebbe seccare troppo l'aria e provocare disturbi come l'occhio secco.

Qualunque sia lo strumento che si intende utilizzare, è importante che i terminali di mandata e di ripresa dell'impianto siano posizionati a distanza dalle aree di normale permanenza, così come la presa d'aria esterna deve essere collocata in modo da favorirne il rinnovo ed evitare l'aria viziata. Come è facile intuire, la manutenzione di questi apparecchi è fondamentale in quanto evita che scorie e polveri siano messe in circolo durante il funzionamento, causando infezioni e disturbi alle vie respiratorie. Ogni 2-3 anni, inoltre, è opportuno contattare un tecnico per la verifica del corretto funzionamento del compressore e dei livelli del liquido refrigerante, a tutela anche di un risparmio in bolletta. Attenzione anche all'aspetto antincendio: gli apparecchi installati devono essere conformi alle norme vigenti e funzionare nella totale sicurezza.

Lo stesso vale per le norme relative all'inquinamento acustico. Nelle linee guida stilate dal ministero della Salute, c'è spazio infine anche per i ventilatori. Quelli meccanici aumentano il movimento dell'aria muovendola ma, di fatto, non servono per abbassare la temperatura dell'ambiente: l'effetto è un aumento della sudorazione, con conseguente disidratazione dei soggetti che si trovano in quell'ambiente.

Per questo, si consiglia di non orientarne il getto direttamente sul corpo, soprattutto quando si è coricati nel letto o sul divano.

***

Auto e uffici: con l’utilizzo improprio si rischia la multa

Sono diversi i posti di lavoro dove vengono utilizzati i condizionatori o i climatizzatori. Anche per questi luoghi vigono le stesse regole valide per gli apparecchi collocati in casa: dalla corretta manutenzione all'utilizzo appropriato, scongiurando così malanni e disturbi. Negli ambienti di lavoro, c'è tuttavia qualche ulteriore regola che riguarda le temperature e il periodo di utilizzo. Condizionatori e climatizzatori devono infatti restare spenti fino al 1° maggio e anche oltre, se le temperature esterne non ne richiedono l'accensione; negli ambienti interni, esse non devono essere inferiori ai 27 gradi (con una tolleranza di 2 gradi in meno, quindi 25) nel periodo estivo e non inferiori ai 19 gradi in inverno. Attenzione anche all'umidità, che deve aggirarsi intorno al 40-60%. Inoltre, questi apparecchi non devono essere posizionati direttamente sopra le postazioni di lavoro; ai dipendenti viene comunque consigliato di bere molta acqua per controbilanciare la dispersione di liquidi e di coprirsi se si deve raggiungere una zona dotata di sistemi di raffreddamento. I datori di lavoro che non rispettano tali norme sono passibili di multe da minimo 500 a un massimo di 3mila euro.

Il Codice della Strada

Le multe possono essere comminate anche agli automobilisti particolarmente amanti del "fresco". Chi tiene l'aria condizionata accesa a veicolo spento o fermo in sosta, infatti, rischia una multa da 223 e fino a 444 euro.

La norma del Codice della Strada, già introdotta nel 2007 e che nel corso degli anni ha subito delle modifiche rispetto agli importi delle multe, ha un unico obiettivo: evitare ulteriore inquinamento causato dalle emissioni di CO2. Rispetto invece alla manutenzione dell'impianto refrigerante per l'abitacolo, i tecnici consigliano un controllo ogni 2 anni o dopo aver percorso 60 mila km e di evitare l'uso prolungato, specie se accaldati o sudati.

© Riproduzione riservata