I bambini sono tra le persone che più amano la stagione estiva: la scuola è terminata e possono godersi appieno le tante attività da praticare all’aria aperta in compagnia dei loro amichetti. In più, spesso riescono a trascorrere lunghe giornate al mare, in montagna o al lago in compagnia dei genitori e della famiglia - e spesso anche con i nonni - , all’insegna del divertimento e dell’allegria. L’estate offre dunque loro numerosi vantaggi e molti momenti di svago: ma perché venga vissuta al meglio bisogna anche metterli al riparo da alcuni rischi,  grazie ad opportune accortezze.

I benefici

La cornice di sfondo è, dunque, data dalle belle giornate che di norma caratterizzano la stagione più calda dell’anno.

I bambini trascorrono la maggior parte dei mesi dell’anno al chiuso, tra scuola (considerando anche i nidi e le scuole d’infanzia), casa e palestra per le attività sportive (anche se i medici specificano che, con le dovute accortezze, non ci sono particolari controindicazioni a praticare sport e azioni ludiche all’aperto anche d’inverno). In questi luoghi, il rischio di proliferazione di virus e batteri è molto elevato, con conseguenti malattie che colpiscono i più piccoli. Fatta questa premessa, è dunque evidente che stare all’aria aperta migliora la salute e il benessere psico-fisico dei piccoli. Dal punto di vista respiratorio, in primis, in quanto in questo modo l’aria fresca purifica i polmoni. In secondo luogo, giocare all’aria aperta permette di sviluppare, migliorare e affinare le competenze motorie; inoltre, consente di bruciare calorie e di contrastare così patologie quali il sovrappeso e l’obesità, purtroppo sempre più diffuse anche tra i bambini e gli adolescenti. Esporsi al sole permette di incamerare la vitamina D senza dunque andare in deficit; un aspetto assolutamente non secondario, se si pensa che nelle regioni settentrionali i pediatri prescrivono la somministrazione di gocce di questa vitamina per tutto il periodo autunnale e invernale, proprio per integrare la mancanza naturale dovuta a un’inadeguata - o breve - esposizione. Tutto a vantaggio del sistema immunitario, che ne esce rinforzato. Dal punto di vista del benessere psichico, numerosi studi scientifici e sociali hanno dimostrato che i bambini e le bambine che trascorrono del tempo giocando all’aria aperta tendono a essere più allegri, vivaci e meno ansiosi. Non solo. Giocare e stare in mezzo alla natura rafforza la propria fiducia e autostima, accresce la creatività, responsabilizza, favorisce la stimolazione dei sensi e acuisce le proprietà cognitive. Sono inoltre in grado di relazionarsi meglio con altri adulti con un ruolo educativo, diversi da quelli abituali (genitori, nonni, insegnanti) e sviluppano in maniera più sensibile la disciplina e il rispetto delle regole.

Le “regole” da rispettare

L’estate per i bambini è dunque foriera di molteplici vantaggi; tuttavia, per evitare spiacevoli rischi per la salute, è bene tenere a mente una serie di precauzioni.

Se è vero  e acclarato dal punto di vista medico e scientifico che stare all’aria aperta regala numerosi vantaggi, è altrettanto vero che è fondamentale adottare pochi ma sensati accorgimenti.  La prima regola aurea riguarda l’esposizione al sole e alle calde temperature. C’è una fascia oraria durante la quale l’esposizione al sole deve essere evitata: si tratta di quella compresa tra le 11.30 e le 16.30. In queste ore, infatti, le temperature raggiungono il picco di calore e il sole è molto intenso. È dunque fondamentale che i bambini non siano in spiaggia o comunque esposti alla trasmissione diretta dei raggi solari. Se questo non è evitabile - si pensi per esempio a una gita in montagna - allora bisogna coprire la testa del bambino con un cappellino (di paglia oppure di cotone) e facendogli indossare una maglietta di cotone. Se non si intende abbandonare la spiaggia, vanno seguiti gli stessi consigli, mettendo il piccolo al riparo sotto l’ombrellone. Un’altra regola che va rispettata è quella di non coprire i pargoli: molti genitori commettono questo errore, di fatto creando un effetto serra con il lenzuolino che si pone sopra la carrozzina o il passeggino con l’intento di salvaguardare il bambino dall’esposizione. Va da sé che un’altra regola d’obbligo è relativa all’applicazione - frequente - della crema solare su tutto il corpo.

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Gli accorgimenti sotto l'ombrellone: così si evitano i colpi di calore e le insolazioni

Come per altre situazioni, anche quando si tratta il tema dell'esposizione al sole dei bambini, l'eccesso diventa rischioso e dannoso. I più piccoli, soprattutto nella fascia compresa dalla nascita fino ai 12 anni, sono infatti i più sensibili ai rischi di troppe ore trascorse sotto il sole.

L'Airc, la Fondazione italiana per la ricerca sul cancro, ha di recente affrontato nuovamente l'argomento sottolineando che la pelle dei pargoli di casa è più delicata rispetto a quella degli adulti. La conseguenza è che eventuali danni al Dna provocati dai raggi ultravioletti possono manifestarsi più in là nel tempo. In altri termini, le scottature e le insolazioni "registrate" durante gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza, costituiscono un rilevante fattore di rischio per lo sviluppo di tumori della pelle nel corso della vita.

I danni concreti per pelle e corpo

Il pericolo predominante legato all'eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti è il colpo di calore, che si manifesta quando la temperatura esterna è elevata così come il tasso di umidità, mentre la ventilazione è insufficiente se non addirittura assente. Il bambino colpito da colpo di calore presenta un progressivo aumento della temperatura corporea fino a superare i 40°; possibili crisi convulsive; nausea; vomito; sete intensa; cute calda e mucose asciutte; senso di debolezza; crampi muscolari; respirazione frequente. In questi casi, bisogna allertare subito il 118 e, nell'attesa dell'intervento, portare il bambino in un luogo fresco e al riparo dal sole. Occorre poi posizionarlo sdraiato con le gambe sollevate rispetto al tronco, avvolgerlo in un telo fresco e umido, fargli bere una soluzione salina (o quantomeno acqua) a piccoli sorsi e, se possibile, somministrare un antipiretico.

Se alla condizione sopra descritta si aggiungono anche le scottature solari, si è in presenza di un colpo di sole o insolazione. In questo caso, il bambino presenta un eritema intenso delle parti esposte al sole con formazione di bolle (nei casi più gravi, anche eruzioni pruriginose, dolore e bruciore); occhi arrossati e lacrimazione abbondante; la pelle calda e umida; un senso di malessere generale con un senso di debolezza a volte accompagnato da vertigini e da uno stato di confusione che si manifesta con nervosismo, irritabilità e, nei bambini più piccoli, un pianto inconsolabile. Anche per il colpo di sole si praticano le stesse azioni  valide per il colpo di calore. In entrambi i casi, è consigliato contattare anche il pediatra del proprio bambino.

Le buone prassi sempre valide

In linea generale, va ricordato che i bambini neonati e fino ai sei mesi di età non devono mai essere esposti alla luce diretta del sole, ma devono essere lasciati all'ombra. Le creme solari si utilizzano solo in casi estremi, quando non è proprio possibile evitare l'esposizione. Importante che, da più grandi, siano protetti con creme solari fattore di protezione 50 (30 quando la pelle è abituata), con indumenti leggeri e con occhialini da sole. Evitare le ore centrali della giornata (dalle 11 alle 16) e far abituare la pelle a un'esposizione graduale al sole ma sempre protetta dalle creme (da applicare varie volte, specie prima e dopo il bagno in acqua). Infine, stimolare i piccoli a bere molta acqua e a mangiare molta frutta e verdura per il loro apporto di sali minerali, vitamine e fibre.

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Stare all'aperto: quando il gioco aiuta a crescere

Considerato l'assunto secondo il quale trascorrere delle ore all'aria aperta - specie in estate - porta con sé numerosi vantaggi e valutati con cura gli eventuali rischi ai quali i bimbi possono andare incontro se si espongono in maniera prolungata ed errata al sole, non resta che pensare a come divertirsi.

Dalla tradizione ai nuovi giochi

I benefici dello sport estivo per i bambini sono notevoli. In primo luogo, offre l'opportunità di muoversi per più tempo, aumentando la resistenza e migliorando la coordinazione motoria. Tutti elementi che giocano a favore di una buona salute cardiovascolare e dello sviluppo di muscoli e ossa forti. L'attività fisica inoltre rilascia endorfine (gli ormoni della felicità) che migliorano l'umore e promuovono la concentrazione e l'autostima. Praticare sport estivi - al parco, sulla spiaggia o durante i centri estivi - permette ai bambini di socializzare tra loro e di aprirsi a nuove conoscenze; se iscritti a un centro estivo, avranno altri adulti di riferimento diversi da quelli dei contesti abituali in cui vivono. In generale, praticare uno sport permette di acquisire abilità, tecnica, il rispetto delle regole e l'importanza di fare parte di un gruppo, di una squadra. Come creare il giusto approccio? Come visto poc'anzi, magari iscrivendo il bambino o la bambina a un centro estivo che proponga varie attività sportive. Oppure, organizzare delle giornate in famiglia che abbiano come fulcro un'attività sportiva: bicicletta, nuoto, una partita di calcio dopo un pic-nic. L'estate e il mare, infine, si prestano a sperimentare giochi ludici nuovi e diversi: non solo nuoto e tuffi, quindi, ma anche racchettoni in riva al mare, pedalò, canottaggio, surf (per i più grandicelli), beach volley, senza dimenticare gli intramontabili - e più rilassanti - castelli di sabbia e percorsi con le biglie. Insomma, protezione della salute e voglia di divertirsi sono le parole d'ordine anche per quest'estate 2023 da poco iniziata.

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