Se il nostro stile di vita incide sulla qualità del sonno è anche vero che il dormire bene influisce sulle nostre azioni quotidiane. Un sano riposo notturno contribuisce al nostro benessere ma se si presentano alcuni disturbi è possibile contare sulla medicina del sonno.

Un branca che studia la fisiologia del sonno, i suoi disturbi, come identificarli, trattarli e in parte come prevenirli. Una branca multidisciplinare che può coinvolgere diversi specialisti, dal cardiologo allo pneumologo, dall’otorino all’endocrinologo, al chirurgo maxillofacciale, dal dietologo al chirurgo dell’obesità. Il neurologo e il neurofisiologo sono tuttavia gli specialisti che se ne occupano in misura maggiore.

Alla clinica Tommasini di Jerzu opera l’ambulatorio di medicina del sonno accreditato con la società scientifica associazione italiana medicina del sonno, guidato dalla responsabile Patrizia Congiu, esperta per l’appunto in questa disciplina. I pazienti possono essere inviati in ambulatorio del medico di base o da uno specialista. Tra i disturbi più diffusi un’eccessiva sonnolenza diurna, la difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno stesso. Altri pazienti possono essere inviati per casi specifici come per esempio il sospetto di una sindrome delle apnee in sonno o apnee ostruttive.

Diversi anche gli esami per la diagnostica. «Alcuni disturbi possono essere inquadrati anche solo clinicamente senza necessità di fare un esame strumentale – spiega Congiu – per altri si effettua per esempio un monitoraggio cardiorespiratorio notturno con cui non si valuta il sonno da un punto di vista neurologico ma dal punto di vista cardiorespiratorio. Ancora in altri casi si può fare un polisonnografia notturna completa dove allo studio cardiorespiratorio si associa anche la valutazione del sonno notturno».

Le regole del dormire bene andrebbero sempre osservate. «La qualità del sonno notturno dipende da come ci siamo comportati durante la veglia, non solamente nelle ore precedenti il sonno, ma fin dal nostro risveglio e quindi è importante seguire le cosiddette norme comportamentali di igiene del sonno che sono dei consigli che diamo sempre e che servono per favorire un buon riposo notturno».

Comportamenti da seguire dunque nel corso di tutta la giornata perché il sonno non è un fenomeno a sé stante. «È importante per poter favorire un adeguato sonno notturno avere una certa regolarità negli orari di addormentamento e risveglio, sono importanti anche gli orari dei pasti soprattutto quello della cena anche l’orario dell’attività fisica può influire sulla buona riuscita del sonno un aspetto fondamentale è legato all’esposizione ai dispositivi elettronici come tablet, tv, cellulari, che influiscono in maniera drammatica perché essere bombardati di luce artificiale nelle ore serali soprattutto quando si va a letto influisce negativamente causando un ritardo nella produzione della melatonina, l’ormone che il nostro cervello produce dopo il crepuscolo con la riduzione dell’illuminazione naturale».

Nel corso degli anni è cambiato il modo di dormire. «Il sonno è stato spesso considerato, nella nostra società frenetica, quasi una perdita di tempo, ma se dobbiamo dormire un terzo della nostra vita significa che è un qualcosa di assolutamente necessario». In confronto al secolo scorso abbiamo perso un’ora di sonno. «Rispetto ai nostri antenati siamo tutti dei deprivati cronici di sonno, questo è legato all’avvento della luce elettrica che ha causato un aumento dell’esposizione luminosa e che poi si è concretizzata di fatto con la riduzione del tempo totale di sonno e questo negli ultimi anni con utilizzo di tablet, tv e cellulari a letto si è esacerbato».

Le tanto declamate otto ore di sonno non sono la regola. In media l’adulto sano dovrebbe dormire tra le 7 le 8 ore e mezza. Ci sono delle variabili e delle considerazioni che vanno fatte a seconda della persona.

Francesca Lai

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