Se il centrosinistra sardo deve ancora rinvenire un accordo con Renato Soru utile a garantire la compattezza di una coalizione multiforme e variamente articolata, il centrodestra isolano, da parte sua, dopo l’iniziale chiusura di Fratelli d’Italia verso la ricandidatura tout court del Presidente uscente, sembra aver ritrovato la comunione di intenti pur non avendo ancora reso noto il nominativo del prescelto e/o della prescelta candidato/a di punta. E, a onor del vero, la scelta (già cristallizzata nell’ambito del cosiddetto campo largo di centro-sinistra nella persona di Alessandra Todde quale espressione del Movimento 5 Stelle), tanto nell’uno quanto nell’altro frangente, non è certo affare da poco considerato l’obiettivo perseguendo: il governo, per il prossimo quinquennio, dell’intero perimetro regionale.

Due sono gli elementi di maggior impatto sociale: tanto per cominciare, la carica rappresentativa del e/o della prescelta; e poi, a proseguire, ma non meno importante, l’affluenza alle urne, ovvero, altrimenti dicendolo, la partecipazione democratica dei potenziali votanti sardi, che, innegabilmente, con buona verosimiglianza, pare essersi drasticamente ridotta nel corso dell’ultimo decennio. Sicché, sarebbe illusorio, per entrambe le coalizioni contendenti, il ritenere eventualmente poco rilevante il dato emergente, e direttamente riconnesso, alla capacità rappresentativa del candidato e/o della candidata di punta e l’indice di gradimento capace di suscitare. Tanto più allorquando, sul piano dei programmi da perseguire, paia ancora non essersi, da ambo le parti, giunti ad un punto definitorio certo. Insomma, quella che ben potrebbe considerarsi quale vera e propria crisi partecipativa, e che si era già evidenziata nel passato recente, si è amplificata nel corso degli anni più prossimi divenendo, nel perimetro regionale di riferimento, l’unico vero ago della bilancia nel più ampio contesto della competizione elettorale.

In buona sostanza, e a tutto voler considerare, al centrodestra e al centrosinistra si contrappone, in egual misura ed equidistanza, il cosiddetto “partito dell’astensione”. Si potrebbe osservare che la circostanza ben può caratterizzare la politica italiana tutta, tanto di carattere regionale, quanto di rilievo nazionale, e, piuttosto, esprima e rifletta una crisi difficile da superare visti e considerati pure i dati critici di rilievo economico-sociale che si affacciano in tutta la loro evidenza in Sardegna quali, ad esempio, in linea generale, a titolo meramente esemplificativo e non esaustivo, quelli riconducibili all’aumento della disoccupazione giovanile, e/o alle difficoltà del comparto turistico isolano, dovuto financo anche alle problematiche riconnesse al “caro traghetti” e al “caro voli”. Ed ancora, non dovrebbe in alcun momento trascurarsi il dato squisitamente politico rappresentato dalla partecipazione alla competizione elettorale di tutti i movimenti partitici, compresi quelli con percentuali di gradimento più basse che, tutto considerato, e in misura percentuale, ben possono fare la differenza spostando l’ago della bilancia verso l’una o l’altra delle due coalizioni maggioritarie.

In questo senso, l’appello alla compattezza mosso da Elly Schlein a Renato Soru trova tutta la sua ragion d’essere, visto che i simpatizzanti e sostenitori dell’ex governatore, nell’ipotesi di mancata adesione alla coalizione di centrosinistra del proprio leader, potrebbero andare a costituire voti in qualche modo “manchevoli” nella competizione contro un centrodestra comunque forte. Dicendolo altrimenti, maggiore è il numero dei candidati alla Presidenza e/o delle liste in campo, tanto più elevato è il rischio della dispersione del voto, con ogni conseguenza immaginabile sul piano dell’espressione della preferenza e della partecipazione democratica. Se poi dovessimo considerare il dato dell’alternanza, probabilmente dovremmo concludere che chiusasi la fase del centrodestra dovrebbe essere di nuovo il momento del centrosinistra, ma la circostanza potrebbe non essere così scontata considerati i chiari di luna degli ultimi tempi.

Ebbene, tanto considerato, sarebbe oltremodo illusorio ritenere poco rilevante il disincanto del popolo sardo verso un governo nazionale che sembra prestare poca attenzione al contesto isolano e alle sue annose problematiche. Da ultimo, potrebbero incidere sulle dinamiche del prossimo scontro elettorale pure i contenuti della Finanziaria la quale, a fronte dell’esiguo finanziamento al fondo per l’insularità, sembra aver previsto un sostanzioso sostegno economico per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Dicendolo altrimenti, ed a ben considerare, tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra, sarebbe illusorio pensare di poter giungere al prossimo appuntamento elettorale nella assenza, nell’ambito dei programmi redigendi, di qualsivoglia riferimento alla cosiddetta “questione sarda” e alle iniziative per risolverla.  Visto e considerato che il trend dell’astensione sembra attestarsi quale dato costante, salvo errore e salva ogni inversione di tendenza pur sempre possibile, probabilmente a fare la reale differenza sarà la capacità delle diverse forze politiche di smussare la disomogeneità presente a differenti livelli per raggiungere un grado di competitività tale da garantire quanto meno un livello di compattezza apprezzabile che possa ispirare i potenziali votanti.

La lettura in chiave politica della competizione elettorale sarda pare essere giustificata, se pur non completamente, anche dall’interesse che la stessa sottende per valutare il livello del consenso del popolo sardo nei confronti del governo nazionale, nel senso che una eventuale vittoria schiacciante del centrosinistra, in un ambito complesso quale quello sardo, potrebbe costituire un allarmante campanello di avviso per Roma e per il suo attuale governo centrale. Non appena sarà possibile conoscere il nominativo del/lla candidato/a di centrodestra, sarà possibile fare un raffronto preliminare, sia pure ipotetico, anche sul piano della rappresentatività, ma per il momento sembra che ci si trovi in una fase del tutto prodromica. I tempi non paiono ancora maturi.

Giuseppina Di Salvatore

(Avvocato – Nuoro)

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