Si alza il livello dello scontro politico in Consiglio regionale sulla proposta di legge che apre al suicidio medicalmente assistito. Il tema, già di per sé carico di implicazioni etiche e giuridiche, è diventato l’ennesimo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione, con Fratelli d’Italia che accusa il centrosinistra di «strumentalizzare il dolore» per fini ideologici e politici.

A incendiare l’aula è stata la proposta, sostenuta dalla maggioranza e promossa dall’associazione Luca Coscioni, che intende regolamentare a livello regionale l’accesso al suicidio medicalmente assistito. Immediata la reazione del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Corrado Meloni, che ha parlato di «una clava politica» usata su un tema che dovrebbe invece essere trattato con rispetto e cautela.

«Il centrosinistra utilizza il fine vita con finalità che nulla hanno a che fare con la dignità delle persone», ha dichiarato Meloni, puntando il dito contro quello che definisce «un provvedimento con evidenti profili di incostituzionalità». Secondo l’esponente di FdI, la legge proposta dalla maggioranza viola l’articolo 117 della Costituzione, che riserva allo Stato la competenza esclusiva su materie come l’ordinamento civile, penale e i livelli essenziali di assistenza.

Meloni ha anche criticato l’interpretazione data alla storica sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, che ha aperto alla non punibilità dell’aiuto al suicidio in casi estremi. «Non ha creato alcun diritto soggettivo al suicidio assistito», ha sottolineato, accusando la maggioranza di voler legiferare oltre i propri limiti istituzionali.

Nel mirino anche la gestione della sanità sarda: «Invece di fare opposizione strumentale al Governo nazionale, si pensi a garantire il diritto alla salute che in Sardegna viene spesso negato», ha affermato, rilanciando l’urgenza di investire sulle cure palliative «che non accelerano la morte, ma accompagnano con dignità il malato».

A fare eco alle parole di Meloni è stato anche il consigliere comunale di Cagliari, Roberto Mura, che ha lanciato una petizione online dal titolo esplicito: «Fermiamo la legge sul suicidio assistito: la morte non è una cura». Una mobilitazione che per il consigliere pone una domanda destinata a far discutere: «la priorità della politica è davvero il diritto alla morte o non sarebbe piuttosto il diritto a cure dignitose per tutti?»

(Unioneonline/Fr.Me.)

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