Stanno avendo conseguenze le parole anti-migranti pronunciate da Matteo Salvini nella sua lunga domenica in Sicilia.

E in particolare quelle sulla Tunisia, Paese che il neoministro dell'Interno, dopo aver visitato l'hotspot di Pozzallo, ha definito "libero e democratico, dove non ci sono guerre, epidemie e pestilenze, e che non sta esportando dei gentiluomini ma spesso e volentieri dei galeotti".

L'ambasciatore italiano a Tunisi, Lorenzo Fanara, è stato convocato dal ministero degli Esteri per trasmettergli il "profondo stupore" del governo del paese nordafricano.

Queste dichiarazioni - si legge nel comunicato - "non riflettono il livello di cooperazione tra i due Paesi nella lotta all'immigrazione clandestina" e "denotano una mancanza di conoscenza dei vari meccanismi di coordinamento stabiliti tra i servizi tunisini e italiani responsabili della lotta contro la migrazione irregolare".

Pronta la controreplica del ministro: "Chi in Tunisia si è offeso, sbaglia. Arrivano molte persone perbene, ma anche persone meno perbene. Sono pronto a incontrare il ministro tunisino la prossima settimana, l'obiettivo è far sì che ognuno stia meglio a casa sua".

"AL VIMINALE PER CAPIRE" - Oggi intanto Salvini, in un'intervista a Rtl 102.5, ha speso belle parole sul suo predecessore, l'ex ministro Marco Minniti: "Per me, se qualcuno ha fatto qualcosa di utile, di intelligente anche se aveva una maglietta diversa, non riconoscerlo sarebbe sciocco".

"Non arrivo al ministero dell'Interno con la clava a cambiare tutto - aggiunge -. Arrivo in punta di piedi per studiare, per ascoltare, per capire. Sull'immigrazione c'è tanto da fare: ci sono accordi di riammissione con alcuni Paesi, con altri non ce ne sono, alcuni invece non li rispettano. Non ci sono bacchette magiche: occorre lavorare sulla riduzione dei costi, perché non è possibile che l'Italia sia il Paese europeo che paga di più coloro che soggiornano qua e fanno domanda di asilo politico. Occorre lavorare sui tempi perché non è ammissibile che ci si mettono due anni e mezzo dallo sbarco alla chiusura della pratica di asilo politico. Lo status di rifugiato viene concesso a 6 immigrati su 100, lo dicono le statistiche".

E, su Twitter: "Occorre buonsenso. Quello degli sbarchi e dell'accoglienza di centinaia di migliaia di 'non profughi' non può continuare ad essere un problema solo italiano. O l'Europa ci dà una mano a mettere in sicurezza il nostro Paese, oppure dovremo scegliere altre vie".

IL VERTICE IN UE - Per martedì, invece, giorno in cui si terrà un vertice europeo sui migranti con i ministri dell'Interno - "l'ennesimo", ha detto Salvini - non ci sarà.

"Sarò al Senato perché c'è la fiducia. Ma invieremo una nostra delegazione per dire no: il documento in discussione, invece di aiutare, penalizzerebbe ulteriormente l'Italia e i paesi del Mediterraneo facendo gli interessi dei paesi del Nord Europa".

(Unioneonline/D)

SALVINI: "STOP AI CLANDESTINI"

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