Salvini «cialtrone», «incapace», «bimbominchia». Scoppia il caso delle chat interne FdI
Anche «Renzi di destra». Il vicepremier abbozza: «Non fa piacere leggere certe cose, ma è un’altra era politica. Gli alleati non la pensano così, Giorgia saprà confermarlo»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Matteo Salvini è «un cialtrone», «ridicolo», «incapace», «un Renzi di destra», un politico che fa «accordi sottobanco con Renzi per il cognato Denis Verdini».
Vero, all’epoca non erano alleati. Ma le chat interne a FdI ai tempi del governo Conte I, tutt’altro che tenere nei confronti di Matteo Salvini, acuiscono le fibrillazioni tra il partito di Giorgia Meloni e quello del vicepremier.
Anche perché uno dei commenti più sferzanti è del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari, braccio destro di Giorgia Meloni: «Il ministro bimbominkia colpisce ancora», il commento scritto su WhatsApp dopo la visita in Israele dell'allora ministro dell'Interno, che definì i componenti di Hezbollah «terroristi islamici» aprendo uno scontro diplomatico con il Libano.
«Battute di diversi anni fa, fatte in una chat ristretta in un periodo in cui i rapporti tra i due partiti non erano granché», minimizza Fazzolari. «Gli italiani sanno bene che, con il metodo di pubblicare conversazioni private, estrapolate dal contesto, si salverebbero in pochi e si rovinerebbero perfino i migliori rapporti di amicizia. Provo stima e amicizia per Matteo Salvini, è anche grazie a lui che il centrodestra è tornato al governo e sta ottenendo grandi risultati per l'Italia».
Le chat sono contenute nel libro del giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini, “Fratelli di chat, storia segreta del partito di Giorgia Meloni”. Le anticipazioni uscite ieri hanno irritato non poco la premier e i piani alti del partito, dove è iniziata la caccia a chi ha fornito il materiale al giornalista.
Le chat nel libro vanno dal 2018 al 2024. Alcuni stralci raccontano il tentativo di FdI di enfatizzare le incoerenze della Lega di governo, ad esempio sulle accise in Liguria nella prima manovra del Conte I. Ma anche l'ira di Meloni per il retroscena del 2020 secondo cui per Salvini lei rischiava «la sindrome di Fini». «Che vergogna», commentò la leader di FdI: «Secondo me il messaggio che va fatto passare, che è la verità, è che la Lega è un partito che non mantiene la parola data. Hai voglia a fare il partito di destra se non hai onore».
Oggi, in un’intervista sul Tempo, ne ha parlato anche Salvini: «Anche se non sono eccessivamente permaloso non fa piacere leggere certe cose, ma si tratta di battute scritte in un’altra era politica che, sono certo, non rispecchiano il pensiero attuale degli alleati. Giorgia saprà confermarlo».
Salvini abbozza, ma agli alleati non sfugge il suo rinnovato attivismo. Ieri ha riunito urgentemente il direttivo della Lega Lazio, che in Regione (a guida FdI) spinge per avere più deleghe e posti adeguati nelle partecipate. E stamattina ha convocato una conferenza stampa per dire che il concordato fiscale «ha dato scarsi risultati», quindi «è da rivedere». Rilanciando la rottamazione delle cartelle per 10 milioni di italiani.
Poi è tornato nuovamente sulle chat incriminate: «Sicuramente questi sgradevoli epiteti, risalenti ad anni fa, quando Lega e Fratelli d'Italia non erano insieme, hanno un peso, se fossero fatti domani avrebbero un peso evidentemente diverso. Poi io tengo per me. Mi trovo molto bene in questa maggioranza, lavoro molto bene sia con Forza Italia che con Fratelli d'Italia, ritengo al ministero dei Trasporti di aver fatto quello che da alcuni decenni qualcuno si aspettava».
(Unioneonline/L)