Le anime del governo gialloverde sono sempre più ai ferri corti. E ora lo scontro, durissimo, vede contrapposti Matteo Salvini e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con Luigi Di Maio sempre più defilato.

Chiaro l'avvertimento lanciato dal vicepremier in due interviste al Corriere e a Repubblica.

"Ora le cose si fanno o non si fanno. Se faremo tre passi avanti con la riforma della giustizia, l'autonomia e la manovra, vado avanti. Se arrivassero tre no, cambierebbe tutto", ha detto Salvini.

Tre punti fermi difficili da digerire per i 5S. Sulle autonomie l'accordo è lontano dall'essere raggiunto, come testimoniano le ultime dichiarazioni dei pentastellati, Barbara Lezzi (ministro per il Sud) in primis. Quanto alla giustizia, sono note le enormi differenze di vedute tra i due partiti. Sulla manovra invece, Salvini si riferisce ovviamente alla flat tax, e qui a frenare sono soprattutto i tecnici come il ministro Tria.

Punge sul voto dei 5S in Europa, Salvini: "Mi auguro che il loro voto a Merkel e Macron non significhi che ora dobbiamo fare una manovra alla Monti". Ieri in tarda serata il vicepremier ha pubblicato su Facebook un post che la dice lunga sull'aria che tira nella maggioranza: una combo che ritrae Macron, Merkel, Renzi e Di Maio, e che accusa il leader pentastellato "senza dignità" di aver barattato il cambiamento con una poltrona.

"Poteva essere la volta buona per un cambiamento storico dell’Europa, qualcuno ha preferito la poltrona. La nostra coerenza non è in vendita, come non lo sono gli interessi degli italiani. Chi parla sempre di democrazia e trasparenza dovrebbe avere anche dignità: ma come si fa a votare con Renzi, Merkel e Macron per qualche poltrona in Europa? Io non cambio idea", ha scritto Salvini.

E ancora questa mattina, a rincarare la dose: "5Stelle e PD? Da due giorni sono già al governo insieme, per ora a Bruxelles. Tradendo il voto degli Italiani che volevano il cambiamento, i grillini hanno votato il Presidente della nuova Commissione Europea, proposto da Merkel e Macron, insieme a Renzi e Berlusconi. Una scelta gravissima, altro che democrazia e trasparenza".

Il ministro dell'Interno non ha preso neanche bene la decisione di Conte di andare a riferire in Parlamento sul caso dei fondi russi. "Che ne sa il premier dei presunti finanziamenti alla Lega?".

E ancora: "Conte ribadisce ogni giorno di essere il presidente del Consiglio, chi lo ha mai messo in dubbio?".

Altra puntura di spillo sul commissario italiano in Europa: "La Lega ha preso il doppio dei voti degli altri, ma se i voti non contano lo sceglieremo su Rousseau".

Giuseppe Conte ha invece scritto una lettera a Repubblica e, sul voto a Von der Leyen, ha attaccato la Lega: "Una soluzione che ho accettato perché avrebbe consentito all'Italia di ottenere un portafoglio economico di rilievo, la concorrenza, come da me richiesto, e ci avrebbe aperto a buone prospettive anche riguardo alle restanti nomine. Com'è noto gli europarlamentari della Lega hanno espresso voto contrario", ha scritto. Il timore del presidente del Consiglio è che la contrarietà della Lega possa avere "ripercussioni sulle trattative che si svolgeranno per definire la composizione della nuova squadra di commissari".

"Non si tratta - specifica rispondendo agli attacchi leghisti - di rivendicare una poltrona a beneficio di una forza politica, si tratta di difendere gli interessi nazionali e rivendicare per l'Italia il prestigio che merita".

Conte ribadisce che andrà in Senato a riferire sul caso dei fondi russi, e smentisce le voci su un suo coinvolgimento in una nuova eventuale maggioranza di governo che si potrebbe formare in caso di caduta dell'esecutivo gialloverde: "Se questa esperienza si dovesse interrompere non mi presterò ad operazioni opache o ambigue".

Questa mattina è intervenuto anche Luigi Di Maio. Ha rassicurato l'alleato: "Non ci sono tre no, ci sono solod elle riforme da fare", ha detto. Sui fondi russi invece: "Se avessi pensato che la Lega ha preso soldi dai russi il governo sarebbe già caduto. Mi fido, ma Salvini dovrebbe andare in Parlamento".

Infine, sul voto all'Europarlamento: "Il rischio che corre la Lega è isolare l'Italia e che quando avremo bisogno di aiuto saremo isolati come la Grecia, e avremo problemi sui conti correnti degli italiani".

"La Lega mente quando ci attacca", aggiunge. "C'era un accordo per cui avrebbero votato Ursula Von der Leyen in cambio di un Commissario. Hanno capito che non avrebbero avuto il Commissario europeo e si sono ritirati".

(Unioneonline/L)

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