Giorgia Meloni alla Camera, per rispondere alle interrogazioni dei deputati. L’occasione, soprattutto per le forze d’opposizione, per incalzare la numero uno di Palazzo Chigi sull’operato, le scelte e le decisioni future del governo.

MIGRANTI – La seduta è iniziata con un intervento di Riccardo Magi, segretario di +Europa, che ha “interrogato” la premier a proposito dei soccorsi alle barche di migranti e dei tragici naufragi delle ultime settimane. «Finché ci saranno partenze su barche in pessime condizioni e con pessime condizioni meteo ci saranno perdite di vite», ha risposto Meloni. Aggiungendo: «Bisogna investire sulle rotte legali, ed è esattamente il lavoro che sta facendo il governo. La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca il governo ma non dice una parola sugli scafisti possa dire lo stesso». Interrogazione sui migranti anche per Noi Moderati, cui Meloni ha replicato, sottolineando la necessità di «contrastare immigrazione illegale coinvolgendo Ue» e dando «sostegno agli Stati del Nord Africa, Tunisia in testa».

AMBIENTE – Meloni ha poi risposto a un quesito di Angelo Bonelli (Alleanza Verdi Sinistra) sulle politiche del governo in materia di ecologia. «Non siamo pericolosi negazionisti climatici, ma serve approccio pragmatico», ha detto Meloni, sottolineando, tra l’altro, come la «direttiva sulle case green rischia danneggiare Italia».

MES – Luigi Marattin (Italia Viva) ha invece chiesto conto della ratifica del Mes, che l’Italia – tra i pochi Paesi Ue – non ha ancora completato. In risposta Meloni ha citato il presidente presidente di Confindustria Bonomi, «storicamente sostenitore del Mes, che dice che se noi riteniamo che il nuovo regolamento del Mes non sia nell'interesse del Paese e non sia adeguato alle sfide, dovrebbe essere il momento di discutere come usarlo come uno strumento di politica industriale europea. Il tema – ha aggiunto la premier - è che l'Europa potrà affrontare le sue sfide se riesce a fare sistema e proiettarsi verso una politica di sviluppo comune, e la proposta di Confindustria viene presa seriamente in considerazione dal governo».

SCONTRO SUL SALARIO MINIMO – Tra i momenti più attesi del question time, l’interrogazione di Elly Schlein, neosegretaria del Pd, che ha incalzato Meloni sul salario minimo. 

«C’è un dramma di cui non vi sentiamo parlare mai, ovvero la precarietà del lavoro, soprattutto quella che tocca le donne e i giovani del Sud. Per questo occorre stabilire una soglia di salario minimo, che lei però, presidente Meloni, ha definito “uno specchietto per le allodole”. Dunque cosa intendete fare?», ha chiesto Schlein a Meloni. 

«Chi ha governato fino ad ora ha reso più poveri i lavoratori italiani – ha punto Meloni nel suo intervento – e ora tocca a questo governo rimediare». «Aumentare i salari garantendo retribuzioni adeguate – ha aggiunto la presidente del Consiglio - è una delle priorità del governo, ma il salario minimo non è la soluzione, perché rischia di diventare un parametro sostituivo e unico della retribuzione, che avrebbe effetti al ribasso proprio sui salari».

Per Meloni la soluzione al precariato non sarebbe, insomma, il salario minimo, bensì interventi per la riduzione delle tasse, in particolare quelle che gravano sulle imprese. 

All’intervento della premier ha controrisposto la segretaria Pd: «Siete incapaci e approssimativi. E siete ossessionati dall’immigrazione, ma non fate nulla per l’emigrazione, quella dei giovani italiani costretti a cercare lavoro altrove».

(Unioneonline/l.f.)

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