"Vorrei essere il più chiaro possibile, noi siamo alle porte della campagna elettorale, punto. Significa che lo sforzo unitario che ci si chiede all'esterno deve essere praticato anche all'interno, a partire da me".

Così Matteo Renzi, nel corso del suo intervento alla direzione del Partito Democratico.

Un vertice delicato, convocato al Nazareno dopo una serie di colpi e contraccolpi all'interno del centrosinistra: l'addio del presidente del Senato Pietro Grasso, il voto in Sicilia, gli appelli all'unità di Walter Veltroni e Giuliano Pisapia.

Il segretario ha anche definito il futuro come "una pagina bianca", da scrivere scegliendo "o noi e il centrodestra".

"Chi fa richieste di abiura - ha aggiunto - non si rende conto che il Paese era in crisi profonda. A chi dice di cancellare il passato dobbiamo dire che dobbiamo rivendicare con forza quello che abbiamo fatto. Ci sono stati errori, ma le cose che sono state fatte hanno migliorato il Paese".

I vertici dem lavorano dunque per ricucire, per quanto possibile, i rapporti con dissidenti, scettici e fuoriusciti, rilanciando l'approvazione entro fine legislatura di ius soli e biotestamento, temi che stanno a cuore a Sinistra Italiana e Mdp.

Secondo indiscrezioni, inoltre, Renzi e i suoi starebbero pensando a un ruolo per Romano Prodi, che potrebbe fare da "collante" tra due anime fino ad ora inconciliabili.

Questo perché, come ha sintetizzato Veltroni: "Dividersi è da irresponsabili, apre un'autostrada per la vittoria del centrodestra. Un errore storico incalcolabile".

(Redazione Online/l.f.)

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