«Avrei fatto a meno di vedere la Sardegna al centro del dibattito nazionale per questi temi. Spero che ci entri per altre questioni». Intanto «rimaniamo in attesa». 

Paolo Truzzu risponde col sorriso quando davanti al Municipio si trova davanti il microfono dell’inviato della trasmissione Rai, Agorà, spedito a Cagliari per raccontare il caso Sardegna connesso alle tensioni tra i principali partiti del governo nazionale. Tra "nanneddu meu” in sottofondo e un pezzo di pane carasau ostentato tra le mani, nella trasmissione si è affrontato lo stallo nel confronto tra la Lega (con il Psd’Az), che sembrano insistere su Christian Solinas, e gli alleati che hanno dato il via libera al sindaco del capoluogo per   la candidatura alla presidenza della Regione. A Roma si tratta sull’ok al terzo mandato per i governatori, che riguarda il Veneto con Zaia, e sul partito che deve esprimere la candidatura in Basilicata, dove Forza Italia insiste sulla conferma di Bardi. Il ministro Lollobrigida (FdI) ha parlato della necessità di un riequilibrio generale.

Tutti fanno appelli all’unità della coalizione.  Ma la quadra ancora non si trova. 

L’attenzione è concentrata sul consiglio dei ministri convocato per questa sera alle 18. Al primo punto all’ordine del giorno c’è il decreto legge che contiene le “Disposizioni urgenti per la realizzazione degli interventi infrastrutturali connessi con la presidenza italiana del G7”. Ma questa è l’agenda dell’esecutivo sul piano tecnico. Poi c’è la parte politica. A palazzo Chigi si vedranno Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. E solo loro possono mettere la parola fine alla trattative tra  FdI, Lega e Forza Italia. C’è da aspettare, per capire se anche oggi sul caso Sardegna si decide domani.  

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