Alla fine lo ha dichiarato: "Andrò a votare, e voterò no".

Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, lo ha annunciato a margine della conferenza stampa sulla terra ai giovani, sottolineando che non si tratta di "un appello». Sabato scorso, in un lungo post su Facebook, aveva spiegato che ritiene «ragionevole consentire che i pochi impianti oggi attivi possano continuare l’estrazione fino all’esaurimento dei giacimenti» (il quesito della consultazione) ma sull’andare a votare o meno aveva preferito non esprimersi. E le sue parole avevano sollevato una marea di critiche. Ieri il governatore ha ribadito sostanzialmente i contenuti del post: «Siamo in una fase di transizione. Anche la Sardegna si è impegnata a ridurre l’emissione dei gas nocivi del 50% entro il 2030, una sfida ambiziosa ma che non implica che da un giorno all’altro dobbiamo smettere di produrre energia con i combustibili fossili». Come già tre giorni fa, è il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, a commentare subito: «Per la prima volta nella storia uno dei promotori di un referendum fa una piroetta e vota no. La Regione è fra le promotrici della consultazione, richiesta attraverso un pronunciamento del Consiglio, con una mozione che, tra l’altro, vedeva primo firmatario il capogruppo del Partito democratico, Pietro Cocco. E cosa fa la massima carica istituzionale della Sardegna, legale rappresentante della Regione? Vota no, con un clamoroso voltafaccia>.
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