Terremoto tra i partiti di maggioranza, e molti malumori nel Movimento Cinque Stelle, per le prime nomine alle testate Rai dell'era Fuortes.

Ad accendere la miccia è il leader del M5s Giuseppe Conte, che annuncia: "Non andremo più nelle reti del servizio pubblico".

Nel mirino, in particolare, la scelta di portare sulla poltrona del Tg1 Monica Maggioni al posto di Giuseppe Carboni, ma è il quadro complessivo a suscitare forte delusione nell'ex premier, anche per il ruolo avuto nella vicenda da Palazzo Chigi.

I nomi sono arrivati nella mattinata di ieri, dopo una battaglia fatta di veti incrociati tra le forze politiche. E proprio quando la partita sembrava sul punto di essere rinviata, l'ad Carlo Fuortes ha rotto gli indugi e inviato le proposte sul tavolo dei consiglieri.

Maggioni ha battuto la concorrenza degli esterni, oltre che di Simona Sala, gradita sia a Pd che M5s, poi dirottata al Tg3. La scelta dell'ex presidente Rai non è piaciuta in particolare all'ala contiana di M5s, anche perché il direttore uscente Giuseppe Carboni è rimasto momentaneamente senza una collocazione: dovrebbe ottenere la direzione "day time” al posto di Franco Di Mare, che potrebbe rimanere alla guida della sola Rai3 fino al pensionamento previsto tra alcuni mesi.

TUTTI I NOMI – Andrà al timone della direzione "Approfondimento”, invece, Mario Orfeo in uscita dal Tg3. Confermati, su spinta della Lega, Gennaro Sangiuliano al Tg2 e Alessandro Casarin alla Tgr. Alla direzione del Gr Radio andrà Andrea Vianello, che lascerà il posto a Rainews a Paolo Petrecca, spinto da Fratelli d'Italia che chiedeva un risarcimento dopo l'estromissione del suo rappresentante in cda.

A Raisport l'indicazione dell'ad è Alessandra De Stefano al posto di Auro Bulbarelli, anche lui ancora senza incarico.

"Fuortes non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il M5s: siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5s non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico", tuona il presidente M5s Giuseppe Conte che denuncia la vecchia logica di lottizzazione.

Una posizione inaccettabile, dicono da Lega e Forza Italia, da parte di chi ha lottizzato nel corso del suo governo.

"Un anno fa mandava veline e immagini al Tg1, oggi annuncia che non andranno più in tv", l’attacco di Matteo Renzi.

L'ad è intanto pronto a difendere le nomine nel cda in programma oggi a Napoli, forte anche della scelta di aver premiato solo figure interne, e di aver portato una donna con un curriculum importante per la prima volta alla guida del Tg1.

(Unioneonline/v.l.)

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