Aveva chiesto alla coalizione di centrodestra una “prova di lealtà”.

Detto fatto. Dopo un vertice a Villa Grande, residenza romana di Silvio Berlusconi, tutti i leader hanno sottoscritto una nota in cui si chiede all’ex premier di “sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta” e candidarsi ufficialmente per il Quirinale, perché “è lui la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l’alta carica con l’autorevolezza e l’esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono”.

"Il centrodestra, che rappresenta la maggioranza relativa nell'assemblea chiamata a eleggere il nuovo capo dello Stato, ha il diritto e il dovere di proporre la candidatura al massimo vertice delle istituzioni. I leader della coalizione hanno convenuto che Silvio Berlusconi sia la figura adatta a ricoprire in questo frangente difficile l'alta carica con l'autorevolezza e l'esperienza che il Paese merita e che gli italiani si attendono. Gli chiedono pertanto di sciogliere in senso favorevole la riserva fin qui mantenuta", recita la nota.

"Le forze politiche del centrodestra – prosegue – lavoreranno per trovare le più ampie convergenze in Parlamento e chiedono altresì ai presidenti di Camera e Senato di assumere tutte le iniziative atte a garantire per tutti i 1009 grandi elettori l'esercizio del diritto costituzionale al voto".

"Ditemi voi se è sostenibile, altrimenti rinuncio. Io non do né nomi né numeri. Ditemi voi se i vostri mi voteranno", avrebbe detto l’ex premier agli alleati.

Difficile che arrivi una candidatura ufficiale, mai nessuno si è candidato al Quirinale, ma la prossima settimana il leader di Forza Italia farà una verifica sui numeri in vista di un’eventuale sua corsa alla presidenza della Repubblica.

Mancano una cinquantina di voti, ma il Cav dovrà trovarne molti di più visto che un numero fisiologico di franchi tiratori nel centrodestra deve considerarlo. Può pescare nel gruppo misto e cercare l'appoggio di Renzi. 

IL CENTROSINISTRA – Tra Pd e M5S potrà puntare a qualche singolo grande elettore, ma la replica dei leader alla nota del centrodestra è eloquente.

"Silvio Berlusconi alla Presidenza della Repubblica è per noi un'opzione irricevibile e improponibile. Il centrodestra non blocchi l'Italia. Qui fuori c'è un Paese che soffre e attende risposte, non possiamo giocare sulle spalle di famiglie e imprese", ha twittato Giuseppe Conte.

Le prime reazioni "a caldo" del Nazareno sono "delusione per il merito e preoccupazione per le implicazioni che questa scelta può avere”. Anche Enrico Letta in poche parole ha bocciato la candidatura: “Ripeto quello che ho sempre detto, il candidato deve essere unitario e non divisivo. Non deve essere un capo politico, ma una figura istituzionale".

RENZI: “PASSO INDIETRO” – "Primo scenario" per il Colle, una "personalità del centrodestra che se sarà costruita dovrà esserlo nella settimana prossima. Ciò che è accaduto oggi nella riunione del centrodestra con una indicazione di Berlusconi è a metà, perché hanno detto che deve verificare se ha i numeri. E una indicazione a metà è un passo indietro per loro nella strada della candidatura di Berlusconi. Oggi Berlusconi ha fatto un passo indietro, non un passi in avanti", queste le parole di Matteo Renzi all'assemblea dei grandi elettori di Italia Viva.

"Matteo Salvini e Giorgia Meloni rischiano l'effetto Bersani, la sindrome di Bersani, perché i numeri ce li hanno loro, se sono capaci portano a casa il risultato se non lo sono vengono colpiti dalla sindrome Bersani”, ha aggiunto riferendosi a quando l'ex segretario Pd fu “impallinato” dai 101 franchi tiratori sul tentativo di portare Romano Prodi al Colle.

Renzi si è inoltre detto “pronto” a votare un candidato di centrodestra, ma non Silvio Berlusconi.

(Unioneonline/L)

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