Sono state pubblicate sul sito del ministero degli Affari regionali le motivazioni all'origine dell'impugnazione della riforma degli Enti locali in Sardegna.

L'unica contestazione riguarda la violazione dell'articolo 43 dello Statuto sardo, e in dettaglio nella parte in cui prevede che "con legge regionale possono essere modificate le circoscrizioni e le funzioni delle Province, in conformità alla volontà delle popolazioni di ciascuna delle Province interessate espressa con referendum".

Il provvedimento approvato dal Consiglio regionale il 12 aprile scorso porta a sei gli enti intermedi e a due le città metropolitane. Ma, si ricorda nelle motivazioni, "ogni singola variazione deve essere approvata mediante consultazioni referendarie che si svolgano autonomamente entro le singole Province di volta in volta interessate".

Consultazioni che non sono mai avvenute.

La violazione dell’art. 43 si prospetta con riferimento all'articolo 6 della legge impugnata, dove infatti si prevede il ricorso a referendum solo in via eventuale, qualora i Consigli comunali interessati non deliberino all'unanimità e in caso ne faccia richiesta un terzo degli elettori.

"Siamo soddisfatti che le censure del Governo si limitino esclusivamente all'aspetto di una più perfetta attuazione dell'articolo 43 dello Statuto speciale, perché questo ricalca le nostre richieste in prima commissione", scrivono in una nota i consiglieri del Pd Roberto Deriu e Salvatore Corrias. 

(Unioneonline/v.l.)

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