«Porsi in una condizione di ascolto e senza preconcetti nei confronti dei sindacati è fondamentale nell'ottica del miglioramento del sistema sanitario locale, non è ammissibile definire incomprensibili le manifestazioni di protesta in relazione all’insoddisfazione del personale e all'offerta dei servizi sanitari del distretto gallurese».

Così, il segretario del Partito democratico della segreteria di Olbia, Pietro Spano, in riferimento alle dichiarazioni del direttore generale della Asl Gallura, Marcello Acciaro, all'indomani dello sciopero, indetto lunedì scorso, da CGIL Funzione pubblica, UIL Fp, Nursind e RSU che hanno protestato davanti al Giovanni Paolo II contro la riorganizzazione dell'area di degenza che prevede l’accorpamento dei reparti e per il mancato riconoscimento delle progressioni economiche orizzontali al personale sanitario.

«Il direttore generale della Asl dichiara, con soddisfazione, che ha aderito allo sciopero una percentuale esigua di dipendenti, ridicolizzando una forma di protesta che, insistentemente da due anni, coinvolge la categoria di medici, infermieri e associazioni del terzo settore, che costantemente si sostituiscono ai livelli di assistenza socio-sanitaria che invece dovrebbero garantire le istituzioni sanitarie», prosegue il PD cittadino che coglie l'occasione per fare il punto sulle criticità che affliggono il sistema sanitario gallurese. 

«Recentemente abbiamo denunciato i ritardi e l’effettiva disorganizzazione in capo alle commissioni mediche deputate a certificare le invalidità civili che, a cascata, comportano drammatici ritardi per garantire alle famiglie coinvolte i diritti previsti», prosegue la nota. E ancora: «Le prestazioni a sostegno delle malattie croniche sono lontane anni luce dagli standard qualitativi di un territorio che conta un bacino d’utenza relativamente ridotto». Le difficoltà, concludono i dem, «sono sotto gli occhi di tutti e autoassolversi in questa maniera dimostra mancanza di cognizione della situazione oltre che un tangibile atteggiamento di presunzione».

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