Alla Camera "quello che poteva essere un confronto sano tra persone che si stimano si è subito trasformato in altro. Immediatamente si è ripiombati nel tradizionale gioco di accordi trasversali più o meno espliciti con il capogruppo uscente, da arbitro di una competizione da lui proposta, che si è fatto attivo promotore di una delle due candidate, trasformando ai miei occhi il confronto libero e trasparente che aveva indetto in una cooptazione mascherata".

Con queste parole la deputata Marianna Madia ha gettato ombre sull'iter per il cambio, voluto dal nuovo segretario Enrico Letta, dei due capigruppo dem in Parlamento, con la nomina di due donne. E proprio la Madia è candidata con Debora Serracchiani per l'incarico alla Camera, al posto di Graziano Delrio (al Senato la scelta è ricaduta su Simona Malpezzi, al posto di Andrea Marcucci). Un'operazione - quella a Montecitorio - che secondo la deputata sarebbe in qualche modo "pilotata" a favore della Serracchiani.

Pronta la replica della stessa Serracchiani: "Marianna - scrive in una lettera - confrontiamoci senza retropensieri". "Tralasciando le condivisibili considerazioni sul lavoro difficile che ci attende", scrive ancora Serracchiani, "non posso credere che Marianna intenda riferirsi a me come a una persona cooptabile e quindi, dovrei supporre, non autonoma. No, l'autonomia è stata la cifra della mia storia personale e politica".

Anche Delrio, chiamato direttamente in causa dalla Madia, è intervenuto nella querelle, con una lettera indirizzata ai deputati Pd: "Non ho invitato nessuno a candidarsi e nessuno a non farlo perché sarebbe stato poco rispettoso della libertà".

"Non ho fatto trattative - prosegue Delrio - anche perché direi di aver già fatto la mia parte. E forse di non meritare accuse di manovre non trasparenti o di potere visto che a quel potere ho voluto rinunciare lasciando immediatamente il mio incarico. Certe parole - conclude - mi feriscono oltremodo perché non corrispondono alla realtà e perché vengono da un persona che ho stimato sempre. Credo e spero che si tratti di amarezza".

(Unioneonline/l.f.)
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