È stato l'intervento di Matteo Renzi a chiudere la Conferenza programmatica del Pd al Museo di Pietrarsa, a Portici (Napoli), che ha tracciato la linea del partito in vista delle prossime elezioni politiche, in programma per il 2018.

Il segretario ha rivendicato i successi del suo governo e di quello attuale, guidato da Paolo Gentiloni: "Chi ha portato l'Italia fuori dalla crisi ha un nome e cognome. Partito democratico", ha affermato con orgoglio.

"Noi siamo quelli che mentre gli altri continuano a insultarci non abbiamo paura di andare nel fondo del dolore della nostra società", ha ribadito.

Riprendendo poi le parole del primo ministro, intervenuto ieri alla kermesse, ha sottolineato che il Pd è aperto a tutti i possibili alleati, senza alcun veto: "La legge elettorale che il Parlamento ha approvato è una legge con cui dobbiamo fare i conti ed è evidente che impone la coalizione e condivido la parte in cui Gentiloni dice che il Pd deve essere il perno di una coalizione di governo. Serve una coalizione ampia, inclusiva e plurale. Nessun insulto del passato sarà per me una ragione di veto, io non metto veto e il Pd non mette veti", ha dichiarato.

Il riferimento non è solo alla galassia di movimenti e partiti a sinistra, ma anche alle forze centriste: "Non si possono mettere veti sulle realtà che vengono dal centro. E non possiamo permetterci veti alla nostra sinistra", ha ribadito.

Aggiungendo: "Giochiamo pulito: più voti prende il Pd più lontane saranno le larghe intese. Meno voti prende il Pd meno sarà possibile scongiurare un governo di larghe intese".

Infine, ha commentato la recente decisione del presidente del Senato Pietro Grasso di abbandonare il gruppo parlamentare Pd per entrare in quello misto: "Ho vissuto con grande dolore che il presidente del Senato abbia lasciato il Pd e noi non facciamo polemiche con la seconda carica dello Stato, ma non è per noi condivisibile che la fiducia è un atto di violenza. Non possiamo accettare che si dica che un atto parlamentare è un atto di violenza. La fiducia non è un atto di violenza".

(Redazione Online/F)

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