Per la seconda volta il provvedimento con cui la Regione ha tolto, nel luglio 2021, l’incarico di direttore generare della Centrale unica di committenza a Cinzia Lilliu, viene bocciata in sede giudiziaria, seppure la decisione non entri nel merito ma riguardi solo l’aspetto cautelare: per il Tribunale del lavoro, davanti al quale la Regione aveva fatto reclamo dopo la decisione presa dalla giudice Maria Luisa Scarpa qualche mese fa, la dg deve mantenere il posto originario.

Anche in questa sede sono state accolte le richieste dell’avvocato Roberto Murgia, difensore di Lilliu.

L’errore della Regione è consistito nel revocare l’incarico oltre i trenta giorni dalla nomina, termini imposti dalla legge regionale 10/21 e che il giudice prima e il Tribunale ora hanno ritenuto non rispettati. Dopo l’indicazione della Giunta, infatti, era necessario anche il decreto del competente assessore al Personale, che invece era arrivato dopo 35 giorni (il 28 luglio anziché il 23).

Per il Tribunale “l’assessore non è un mero passacarte” delle decisioni della Giunta, perché ha “il controllo tecnico giuridico sul contenuto della delibera”.

La fase cautelare è terminata, l’udienza per il merito è prevista a novembre. Sempre che la Regione abbia interesse a coltivare la causa, posto che l’incarico di Lilliu scadrà nel giugno 2023.

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