Scontro Regione-Governo sul salva casa. Matteo Salvini, padre del decreto, ha criticato il modo in cui la commissone Urbanistica del Consiglio regionale ha recepito il provvedimento, non concedendo l’abitabilità ai monolocali di 20 metri quadri e lasciando la superficie minima a 28.

La scelta di non recepire integralmente le disposizioni del decreto sulle misure minime di abitabilità per i monolocali, per Salvini, è «un errore strategico che rischia di penalizzare i cittadini sardi e di creare ingiustificate disparità territoriali».

La misura, ha sottolineato il ministero, «vuole fornire una risposta pragmatica alla domanda crescente di alloggi flessibili e accessibili, soprattutto nelle città». Pensata, dunque, «per giovani lavoratori, studenti e single».

Non si fa attende la replica della Regione, per bocca dell’assessore degli Enti locali e Urbanistica Francesco Spanedda.

In primis, spiega, «la riduzione della superficie minima da 28 a 20 mq prevista dal testo nazionale si applica solo all’agibilità, non alla progettazione di nuovi alloggi né alla trasformazione di quelli esistenti, interventi che continuano ad essere regolati dal decreto del ‘75 ancora in vigore. Alloggi più piccoli legittimamente realizzati prima di tale data sono, per giurisprudenza, da considerarsi comunque agibili. Non esiste quindi alcuna disparità territoriale: la norma è chiara e uniforme».

Poi entra nel merito: «La flessibilità abitativa non si ottiene comprimendo lo spazio vitale, ma garantendo ambienti versatili, capaci di adattarsi a esigenze diverse. Lo spazio è importante, l’esperienza del Covid dovrebbe averlo insegnato».

Quanto a giovani, studenti e single, «sono penalizzati dalla frammentazione degli spazi, così come dalla mancata regolamentazione degli affitti brevi che non vede tutelati né inquilini né proprietari, aumentando i costi delle case».

Anche nelle città «le case devono essere dignitose» e ridurre le superfici «è una risposta miope». Passando alla Sardegna e al consumo di suolo: «La vera riduzione si ottiene rigenerando il patrimonio edilizio esistente, non incentivando operazioni speculative. Chiamare valorizzazione la riduzione estrema degli spazi è una mistificazione. Non si tutela il diritto all’abitare tagliando la qualità della vita».

Infine, ricorda l’esponente della Giunta Todde, «nessuna associazione di categoria o professionale ha criticato questo punto del ddl regionale, segno che il tema è marginale rispetto alle vere priorità».

A Salvini risponde anche il consigliere regionale dei Progressisti Francesco Agus: «Su questo punto non esistono margini di trattativa. La norma sui 20 mq è un obbrobrio concepito per creare case loculo da affittare a peso d’oro nel centro di Milano a fuorisede o turisti contro qualunque norma igienico sanitaria. Se applicata in Sardegna non potrà che tradursi nella trasformazione di tuguri in residenze turistiche».

(Unioneonline/L)

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