Salta l'election day in Sardegna, uno "spreco" di nove milioni di euro.

Oggi è infatti l'ultimo giorno utile per modificare il testo della leggina approvata a maggio in Consiglio regionale che fissava la data delle amministrative - rinviate per l'emergenza Covid - in una finestra tra il 24 ottobre e il 29 novembre.

Così l'Isola andrà sì alle urne il 20 settembre, ma solo per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e per le suppletive che assegneranno il collegio del Nord Sardegna in Senato rimasto vacante dopo la morte di Vittoria Bogo Deledda (M5S).

Si terranno invece in autunno le elezioni per il rinnovo di 160 Consigli comunali. Quattro i comuni con più di 15mila abitanti al voto: Nuoro, che è anche l'unico capoluogo, Quartu Sant'Elena, Sestu e Porto Torres.

Le opposizioni di centrosinistra hanno chiesto, anche con una proposta di legge e una campagna social, di accorpare le tornate elettorali per "risparmiare" i 9 milioni in più che a questo punto saranno spesi. Un accorpamento avrebbe anche favorito una maggiore affluenza a suppletive e referendum, per cui spesso e volentieri in pochi si recano alle urne.

"Il tempo è scaduto", attacca Graziano Milia, candidato sindaco di Quartu con una coalizione civica di area centrosinistra. "Ci siamo battuti per evitare lo spreco inutile di risorse pubbliche, per scongiurare la doppia o tripla (in caso di ballottaggio) interruzione dell'attività scolastica, e per tenere in considerazione le raccomandazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale per ridurre il rischio sanitario".

(Unioneonline/L)
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