"La decisione del Governo italiano di non partecipare al Global Compact e rimandare mi lascia perplesso, poiché è in contraddizione con quanto affermato e fatto in questi mesi".

Si allarga sempre più il solco che separa Gregorio De Falco dalla maggioranza gialloverde.

Il senatore pentastellato che già non ha votato la fiducia al decreto sicurezza, ora si scaglia contro la decisione presa da Conte - su imbeccata di Salvini - di sfilarsi momentaneamente dal documento Onu sui migranti in attesa che si pronunci il Parlamento.

"Si è detto, giustamente, che la questione delle migrazioni non poteva essere affrontata da un solo Stato e che invece si tratta di un problema globale che mette in gioco la stessa ragione d'essere della Ue. E ora il nostro governo decide di non aderire a un accordo che, sotto egida dell'Onu, afferma proprio questo: nessun Paese deve essere lasciato solo a fronteggiare il fenomeno migratorio", osserva l'ex comandante della Capitaneria di Porto, salito agli onori della cronaca per quel "Vada a bordo ca..." urlato a muso duro a Schettino durante il naufragio della Costa Concordia.

"Gli Stati di tutto il mondo hanno riconosciuto che di fronte a 68,5 milioni di persone costrette a scappare da fame e guerra fosse necessaria una governance comune. E allora è lecito e doveroso chiedersi come mai il governo scelga ora di rimandare", osserva De Falco.

Che ricorda anche i dissapori con Bruxelles sul tema: "Ora che l'Onu ci fornisce quelle risposte di condivisione che chiedevamo a Bruxelles, questa decisione è un atto contraddittorio e privo di senso".

(Unioneonline/L)
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