«Sapevo che sarebbe stato un compito arduo» guidare l'Italia in un momento complesso, ma «rispetto a Draghi posso contare su una maggioranza chiara, un programma comune e un mandato popolare» e «per questo so che questo governo durerà a lungo».

Ne è certa la premier Giorgia Meloni, che a un mese dall’insediamento del nuovo esecutivo fa il punto sul Corriere della Sera. 

«Nel nostro ordinamento una persona sola non può fare la differenza», dice, «serve la squadra».

«La manovra lo dimostra: avevamo poche risorse e abbiamo deciso dove concentrarle – sottolinea -. Emergono priorità e una visione: crescita economica e attenzione al lavoro, a partire dalla messa in sicurezza del sistema produttivo a fronte del caro energia. Abbiamo dato segnali chiari con la tassazione sui premi di produttività, il fisco per gli autonomi, i provvedimenti che eliminano gabelle inutili, il pacchetto famiglia da un miliardo e mezzo di euro. E poi l’attenzione ai redditi più bassi. Alcuni sono rimasti spiazzati dalle scelte di un governo che, si diceva, avrebbe favorito i ricchi: noi abbiamo scelto invece di sostenere i più fragili e rafforzare la classe media. Anche la tassa piatta incrementale si applica su massimo 40 mila euro, riguarda dunque il ceto medio. Il messaggio di fondo che vogliamo dare è questo: la ricchezza non la crea lo Stato ma le imprese con i loro lavoratori. Allo Stato compete dare una mano. Saremo al fianco di chi, in un momento difficile, si rimbocca le maniche».

Quanto accaduto a Ischia, dove una frana ha causato morti, dispersi e centinaia di sfollati, non può essere dimenticato. E per questo «in Cdm abbiamo preso un impegno: approvare entro l’anno il Piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico. Inoltre, i ministri competenti effettueranno una ricognizione sia delle risorse già esistenti sia del personale da mettere a disposizione dei Comuni, a partire da quelli più piccoli. Abbiamo poi dato mandato al ministro Musumeci di creare un gruppo di lavoro interministeriale per gli interventi di medio e lungo periodo. C’è tantissimo lavoro da fare ma serve anche un approccio culturale diverso. Perché ogni euro investito sulla cura del territorio è un euro investito per dare ai nostri figli un’Italia più sicura e protetta».

(Unioneonline/D)

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