Il parere del Consiglio delle autonomie locali sul disegno di legge per il commissariamento delle aziende sanitarie? Non è necessario. E non sarà richiesto. L’ha ufficializzato poco fa la presidente della sesta commissione Carla Fundoni (Pd): «Dagli uffici della presidenza del Consiglio è arrivata comunicazione che non ci sarà bisogno di passare attraverso il parere del Cal». Quindi i tempi per l’ingresso in Aula si restringono. Stasera nel parlamentino arriverà il primo via libera alla riforma. Dopodiché trascorreranno i dieci giorni a disposizione delle opposizioni per la relazione di minoranza e, verosimilmente, il ddl potrà approdare tra i banchi dell’Assemblea già il 25 febbraio. Con il parere del Cal ci sarebbero voluti altri quindici giorni di tempo.

Minoranza molto polemica: «Si accorciano i tempi, ma si accorcia anche la democrazia», dice il capogruppo dei Riformatori Umberto Ticca, «il taglio alla consultazione degli enti locali è un atto grave, si è scelto di valutare le singole parole per non chiedere il parere al Cal». La ragione è legata al fatto che nel testo non ci sono riferimenti alle autonomie locali. Ma, continua Ticca, «noi crediamo che le autonomie debbano poter esprimere un parere su una legge che di fatto tocca i cittadini».

Nell’ipotetica seduta del 25 si voterà anche per il terzo mese di esercizio provvisorio. Il Consiglio è invece sicuramente convocato per il 18: tra le altre cose, all’ordine del giorno potrebbe essere inserita la mozione sul conflitto di attribuzione Stato-Regione in merito all’ordinanza di decadenza della presidente Alessandra Todde pronunciata dal collegio elettorale della Corte d’Appello.

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