La Lega dimezza i voti, scricchiola la leadership di Salvini. Soffre Forza Italia
Tumulti interni al Carroccio che dal 17% del 2018 stavolta non supera il 9. Anche gli azzurri perdono la doppia cifraPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il centrodestra vince le elezioni ma solo perché trainato dall’exploit di Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. La Lega di Matteo Salvini dimezza addirittura i suoi voti: non supera il 9%, e il 17% del 2018 diventa drammaticamente un lontano ricordo.
Va peggio, in valore assoluto, agli azzurri che per la prima volta - tranne il dato dell'8,8% delle Europee del 2019 - perdono la doppia cifra, fermandosi all'8%. Uno squilibrio che non potrà non essere preso in considerazione in vista della formazione del governo che verrà.
Se per il Pd la soglia “psicologica" era quella del 20%, per la Lega era il 10%. Ora il Carroccio rischia tumulti interni, visti i malumori che già covano tra l'ala cosiddetta governista e i “salviniani”. E anche il destino del “capitano”, che fino a pochi giorni fa non escludeva la possibilità di diventare premier, potrebbe essere ipotecato. "Centrodestra in netto vantaggio sia alla Camera che al Senato! - twittava ieri sera, nonostante i dolori - Sarà una lunga notte, ma già ora vi voglio dire GRAZIE".
Vince ma soffre anche Forza Italia. Silvio Berlusconi, che per inciso ha vinto all’uninominale ed è tornato in Parlamento, ha seguito la notte elettorale nella sua villa ad Arcore, come da tradizione. Il partito si è invece riunito nella sala del gruppo alla Camera, in un'altra stanza il coordinatore nazionale Antonio Tajani. "Forza Italia ha dato un contributo determinante alla vittoria del centrodestra - è la nota subito diffusa - Il successo della nostra coalizione, che Silvio Berlusconi ha fondato nel 1994, è stato chiaro nonostante una campagna viziata dagli attacchi e dalle mistificazioni".
Il Cavaliere deve dire addio ai suoi sogni di superare il 10% e i risultati della Lega, un calo su cui pesano probabilmente i voti “strappati” dai moderati confluiti nel Terzo polo e in particolare delle due ministre azzurre, Mara Carfagna forte del suo bacino di voti al sud e Mariastella Gelmini capace di convogliare consensi nella sua Lombardia.
(Unioneonline/D)