Salvo l’impianto, ma bocciata in parte la norma della Regione Sardegna sul sostegno e la promozione della filiera agroindustriale e agroalimentare della canapa.

La legge, approvata ad aprile 2022 e nata da una proposta bipartisan Psd’az-M5s, era stata impugnata dal governo Draghi. Riguarda la coltivazione della cannabis con un contenuto di THC entro i limiti previsti dalla normativa europea e italiana e fa riferimento alla coltivazione e trasformazione con successiva commercializzazione nel territorio regionale.

La Corte Costituzionale ha ritenuto illegittimo il punto in cui si inseriscono tra i prodotti ottenibili e commercializzabili dalla coltivazione della canapa anche piante intere, parti di pianta e rami freschi o essiccati e polveri derivate ottenute dalla macinatura, vagliatura o setacciamento. In sostanza, la commercializzazione di infiorescenze e derivati.

L’inserimento delle infiorescenze per la Corte va oltre il perimetro di competenza regionale in materia di agricoltura e contrasta con le norme dello Stato in materia di coltivazione della cannabis «che la costante giurisprudenza di questa Corte reputa espressione di principi fondamentali a tutela della salute pubblica».

(Unioneonline/L)

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