Italicum, Porcellum, Consultellum, le tre leggi elettorali al centro del dibattito politico, spiegate per punti.

ITALICUM:

1) Varata dal governo Renzi nel maggio 2015, è la legge elettorale al vaglio della Consulta.

2) Varrebbe solo per la Camera, in quanto la riforma costituzionale del governo Renzi, bocciata a dicembre tramite referendum, includeva l'abolizione del Senato.

2) Prevede un sistema proporzionale con un premio di maggioranza che alla Camera mette in palio 340 seggi su 630.

3) Si aggiudica il premio il partito che raggiunge almeno il 40 per cento. Se nessun partito raggiunge la soglia è previsto il ballottaggio tra i due partiti più votati. Chi incassa più voti al secondo turno ottiene il premio.

4) L'elettore può esprimere due preferenze, ma i capilista sono bloccati e possono presentarsi in vari collegi, fino a un massimo di 10.

5) Lo sbarramento è fissato al 3% e non è prevista la possibilità di formare una coalizione.

PORCELLUM:

1) È la legge Calderoli varata dal governo Berlusconi nel 2005, definita Porcellum perché, com'è noto, lo stesso ideatore la definì "una porcata".

2) Vale sia alla Camera che al Senato ed è un proporzionale con premio di maggioranza attribuito al partito e alle liste più votate, ma senza una soglia minima.

3) Per l'elezione non ci sono preferenze, ma liste bloccate.

4) Nel 2014 la Consulta ne ha dichiarate incostituzionali alcune parti. Due in particolare: l'assegnazione del premio senza una soglia e le liste bloccate.

CONSULTELLUM:

1) Non è un provvedimento votato dal Parlamento, bensì una legge "ipotetica", basata sulle indicazioni fornite dalla Consulta nella sentenza di bocciatura di alcune parti del Porcellum.

2) La base resta il Porcellum, ma senza il premio di maggioranza e senza più liste bloccate.

3) Visto che l'Italicum prevede solo il voto per la Camera, in linea teorica può considerarsi la legge elettorale attualmente in vigore per il Senato.
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