Il premier Matteo Renzi ha lasciato il Quirinale alle 19.40 dopo aver incontrato per la seconda volta in giornata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Confermata l'ipotesi circolata già da questa mattina: le dimissioni resteranno congelate sino all'ok alla Legge di bilancio previsto per venerdì, come avvenne già nel 2012 con l'allora premier Mario Monti.

A questa soluzione si è lavorato dopo l'incontro di questa mattina al Quirinale e troverebbe altri precedenti, quando di fronte a possibili crisi di governo, anche per la presentazione di mozioni di sfiducia, si preferì comunque attendere il via libera della cosiddetta Finanziaria per evitare il rischio dell'esercizio provvisorio.

In ogni caso Renzi - dopo un Consiglio dei ministri lampo durato appena 10 minuti - ha formalizzato le dimissioni a Mattarella il quale, in una dichiarazione diffusa in tarda mattinata, aveva ricordato che "vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all'altezza dei problemi del momento". E alla fine il pressing del Capo dello Stato ha avuto successo.

E intanto il ministro dell'Interno Angelino Alfano, ospite a Porta a Porta, ha ipotizzato elezioni anticipate a febbraio. "Se dovessi puntare un euro, direi che noi andiamo a votare non in primavera ma già a febbraio - ha spiegato -. Parlando anche con i colleghi del Pd, mi vado convincendo che fare un governo dopo questo governo in questa legislatura sia molto complicato",

RESA DEI CONTI NEL PD - Mercoledì inoltre Renzi ha convocato la direzione nazionale del Pd che si riunisce alle 15: sarà l'ora della resa dei conti con la minoranza del partito il cui appoggio al fronte del No è stato decisivo nella sconfitta al referendum.

IL VOTO - La riforma costituzionale voluta dal suo governo è stata bocciata nettamente (i No hanno ottenuto il 59,11%, con il picco proprio in Sardegna: 72,22%) e il premier Matteo Renzi si è subito dimesso.

Il Sì si è fermato al 40,89%, superando i contrari alla riforma in sole 3 regioni (Emilia Romagna, Toscana e Trentino), mentre in tutte le altre il No ha prevalso nettamente. In controtendenza invece il risultato del voto degli italiani all'estero, dove ha vinto il Sì col 64,70%.

"Ho perso, mi assumo tutte le responsabilità - ha detto poco dopo mezzanotte, collegandosi da Palazzo Chigi - Domani salirò al Quirinale per rassegnare il mio mandato, l'esperienza del mio governo finisce qui".

"Il No ha vinto in modo straordinariamente netto - ha spiegato il premier - ai leader del No le mie congratulazioni, a loro questo voto consegna oneri e onori, tocca a chi ha vinto avanzare proposte serie e concrete a inziare dalla legge elettorale".

Poi ha proseguito: "Agli amici del Sì un abbraccio forte e affettuoso, abbiamo dato agli italiani una chance di cambiamento, non siamo riusciti a convincerli. Volevamo vincere non partecipare, mi assumo tutte le responsabilità della sconfitta, ho perso io non voi, non sono riuscito a portarvi alla vittoria. Ho perso e lo ammetto, in un Paese dove quasi nessuno lo fa. Quando uno perde non fa finta di nulla, per questo l'esperienza del mio governo finisce qui. Domani andrò al Quirinale e rassegnerò le mie dimissioni. Sono fiero e orgoglioso dell'opportunità che il Parlamento ha dato ai cittadini di esprimersi su questa riforma che non siamo riusciti a far capire, viva l'Italia che partecipa".

E conclude: "Volevo tagliare le poltrone, non ce l'ho fatta, e la poltrona che salta è la mia".

L'EURO CROLLA E POI SI RIPRENDE - E dopo la vittoria del No nel referendum costituzionale, l'euro ha perso subito terreno nei confronti del dollaro. La tendenza è proseguita dopo l'annuncio delle dimissioni da parte del premier Matteo Renzi. Ma, stamani, il cambio euro-dollaro era già in leggero rialzo, con la moneta del Vecchio continente che, dopo l'avvio positivo delle Borse, scambia a 1,06269 biglietti verdi, riducendo il calo odierno allo 0,32%. Calo contenuto anche di Piazza Affari dopo la netta vittoria del 'no' al referendum costituzionale. Il Ftse Mib segna -0,21% a 17.050 punti e l'All Share -0,13% a 18.608.

GLI ALLEATI - Il capogruppo di Area popolare, Maurizio Lupi, dopo il discorso del premier Matteo Renzi, ha confermato che il governo attuale andrà a casa: "Questa maggioranza non c'è più, il governo di larghe intese ha finito il suo compito. Non c'è la possibilità che possa andare avanti, adesso serve una nuova fase, in cui starà al presidente della Repubblica cercare una nuova maggioranza".

Su Twitter il ministro dell'Interno Angelino Alfano scrive: "Insieme a milioni di italiani, abbiamo giocato una bella partita e l'abbiamo persa. È stato bello e giusto giocarla: per l'Italia".

D'ALEMA, sostenitore del No, esulta ma non vuole le elezioni anticipate: "Immagino che in tempi rapidi, il presidente Mattarella dia l'incarico di formare un nuovo governo. C'è una maggioranza parlamentare, i parlamentari del Pd per il No hanno già detto che sosterranno il governo. Questa è la priorità. Dare un governo al Paese. Non è responsabile - ha aggiunto - l'idea di andare a elezioni in una situazione così caotica".

IL RISVEGLIO AMARO DELLA BOSCHI - "Peccato. Avevamo immaginato un altro risveglio: istituzioni più semplici in Italia, paese più forte in Europa. Non è andata cosi. Ha vinto il no, punto. Adesso al lavoro per servire le Istituzioni.

Il CENTRODESTRA Per il centrodestra servono primarie "il prima possibile, anche a gennaio". Lo ha detto in conferenza stampa il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini. Mentre per il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta "è necessario un confronto in Parlamento per fare una legge elettorale proporzionale. Il Pd ha il diritto-dovere di governare il Paese perché ha 130 deputati di premio di maggioranza".

MERKEL La cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta delusa per le dimissioni di Matteo Renzi seguite all'esito del referendum in Italia. "La cancelliera ha preso atto con rammarico delle dimissioni del premier italiano", ha detto il portavoce del governo di Berlino, Stefen Seibert , sottolineando che la Merkel "ha lavorato molto bene assieme a Matteo Renzi".

Referendum: la sconfitta di Renzi sui media esteri
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