Infrastrutture, siccità, lavoro, materie prime, investimenti, energia.

Intervento a tutto tondo di Alessandra Todde che è stata audita oggi in commissione Insularità nell’ambito dell’indagine conoscitiva del Parlamento sull’individuazione degli svantaggi derivanti dall’insularità.

Ferrovie e autostrade

La Sardegna, ha detto la presidente, «è la Regione con l’indice di infrastrutturazione più basso d’Italia, 50,5 punti su 100 contro il 78,8 nel resto del mezzogiorno». È l’isola europea «geograficamente più isolata, con 1.580.000 residenti dispersi in 68 abitanti km quadrato», cosa che crea «discontinuità, ritardi e debolezza nelle connessioni».

«L’assenza di investimenti ha ricadute all’interno e influisce sullo sviluppo dei territori, creando l’effetto isola nell’isola», ha aggiunto Todde, ricordando anche che la Sardegna non ha autostrade e presenta ferrovie «fatiscenti e non competitive». Eppure, «non risulta beneficiaria di alcun intervento infrastrutturale di sistema».

Energia

L’attacco al governo sull’assalto eolico e la richiesta di «rivedere le limitazioni» sulle comunità energetiche. «L’elevato costo dell’energia e della logistica sono freni allo sviluppo e ci rendono meno competitivi. Le comunità energetiche per imprese e cittadini hanno, ad esempio, limite massimo di un megawatt, nei territori insulari va rivisto perché i costi di trasporto sono più elevati».

Siccità

L’emergenza idrica. La govenatrice ricorda l’estate passata come una delle più problematiche e osserva che il trend non è in miglioramento. «La rete sarda supera il 50% di perdite con picchi del 70%. Nelle regioni di Baronia e Origliasso migliaia di cittadini hanno avuto l’acqua per sole due ore al giorno, non è tollerabile in un Paese membro del G7. È necessario che lo Stato si adoperi».

Trasporti

Tema sempre centrale. «Pretendiamo un maggior impegno finanziario dello Stato, bisogna dare priorità all’accessibilità aerea e marittima, almeno come fanno in Francia e Spagna», ha sottolineato Todde.

Materie prime

Altro tema caldo, visto che la Regione ha recentemente impugnato il decreto del governo ha dichiarato il «preminente interesse nazionale nell’approvvigionamento» delle materie prime di interesse strategico. «Lo Stato avocando a sé lo sfruttamento di cave e miniere crea un problema con lo Statuto sardo. Lo sviluppo della Regione continua ad essere messo in secondo piano da un approccio centralista», afferma la governatrice, per poi passare al caso Sulcis. «Resta una delle regioni più povere di tutta Europa, no allo sfruttamento delle sue risorse senza un piano di sviluppo condiviso».

Capacità di spesa

«Abbiamo una bassa percentuale di nascita e un esponenziale aumento dell’età media. Le pensioni superano gli stipendi. Per anni la Regione e lo Stato hanno programmato in maniera poco efficiente le risorse, che ha portato a una bassissima capacità di spesa. La fotografia attuale della programmazione di sviluppo - ha spiegato Todde - ci dice che solo il 47 per cento di quanto stanziato è stato speso. Circa 300 milioni di interventi saranno definanziati. Serve un cambio di paradigma che non riduca le Regioni a soggetti attuatori per non condannare le Regioni insulari a un sottosviluppo».

Scuola e lavoro

«Siamo la Regione con il maggior numero di neet, giovani inattvi alla formazione e al lavoro, ma siamo tra i più colpiti dai tagli per il dimensionamento scolastico».

Einstein Telescope

Un passaggio anche sul progetto di Sos Enattos: «Stato e Regione lavorano insieme per attrarre forza lavoro specializzata e sviluppo sui territori, si sta facendo bene e dovrebbe diventare una best practice».

(Unioneonline)

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