"È una contestazione puramente formale a tutte le commissioni di collaudo".

Così l'appena nominato ministro della Ricerca e dell'Università, Gaetano Manfredi, ha commentato la vicenda che lo vede indagato per i collaudi nella ricostruzione de L'Aquila: "Non ho fatto nulla di irregolare", replica al Corriere della Sera.

Sul neoministro, riferisce Il Tempo, "pende un'accusa di falso come collaudatore delle case che Silvio Berlusconi fece costruire a L'Aquila. Dopo il rovinoso crollo di un balcone la procura de L'Aquila guidata all'epoca da Fausto Cardella mise sotto inchiesta nel 2015 37 persone, fra cui proprio il futuro ministro".

Il processo, scrive il quotidiano, "però non è mai stato istruito per una serie incredibile di contrattempi: intervento della procura di Piacenza, rinvio in Cassazione, trasferimento definitivo a L'Aquila, giudice che si è a lungo ammalato, udienze continuamente saltate, errori di notifica, con il risultato che gli imputati sono rimasti in 29 - Manfredi compreso - e l'udienza preliminare per stabilire l'eventuale rinvio a giudizio è stata fissata per il prossimo 5 febbraio 2020".

È praticamente scontato, rileva ancora Il Tempo, che con un'udienza preliminare fissata a sei anni dall'inizio dell'inchiesta si vada verso una prescrizione.

(Unioneonline/D)
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