Continua la lunga e faticosa marcia del ddl Zan in Senato.

Oggi si riparte con la discussione generale, dopo che ieri la legge contro l’omotransfobia ha rischiato di restare al palo: per un solo voto in più, 136 voti contro 135, è stata evitata la sospensione proposta da FI e Lega.

A far tremare ieri Palazzo Madama dodici assenti ingiustificati: 4 di FI, 3 della Lega e 5 del M5s. Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia (tutti presenti) non nascondono l'irritazione per le defezioni di Lega e FI, quei sette che avrebbero fatto la differenza.

Anche il gruppo Misto, che conta 46 senatori più due senatori a vita, è in realtà spaccato e ha votato con 14 voti a favore (7 ex M5s e 7 ex FI) e 23 contrari (15 ex M5s, 5 LeU, 1 Maie, 1 +Europa, 1 ex Pd). Come spaccato è il gruppo delle Autonomie con 2 favorevoli e 4 contrari.
Lo scontro tra Italia Viva, che porta avanti il testo Scalfarotto, e il Pd arroccato nelle sue posizioni resta accesissimo: "Il Pd scenda dall'Aventino e cambi rotta altrimenti si va a fondo", dice il capogruppo di Iv, Davide Faraone.

Anche Matteo Renzi mette in guardia: "Numeri a rischio, a scrutinio segreto non passa". "Per fare una legge - ironizza - non ci vogliono i like di Fedez, ci vogliono i voti in Parlamento".

Matteo Salvini si rivolge direttamente al leader del Pd: "Se Letta si ostina a non ascoltare niente e nessuno la legge è morta" e torna a proporre di eliminare "quello che divide".

Per Monica Cirinnà (Pd) il ddl Zan "va approvato così come è perché protegge la dignità delle persone".

(Unioneonline/D)

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